In attesa del disco che verrà pubblicato il 3 Settembre dal titolo "Hesitation Marks", i Nine Inch Nails mettono online il video del singolo "Came Back Haunted". La band di Trent Reznor si è affidata alle sapienti mani del regista David Lynch per la realizzazione del video e questo è il risultato :
Dopo nove anni di silenzio quasi totale, I Pixies tornano proponendo un nuovo brano, "Bagboy". Il singolo arriva a due settimane di distanza dall'abbandono della bassista Kim Deal. La nuova canzone si può scaricare gratuitamente da questo link : http://pixiesmusic.com/new/
Mentre è ancora in corso il tour mondiale, che toccherà ancora l'Italia l'11 Luglio a Roma, Bruce Springsteen sta già iniziando a mettere in piedi il nuovo album, seguito di "Wrecking Ball" del 2012. Durante il tour si è tenuta una sessione di prove, a cui ha preso parte anche il chitarrista dei Rage Against The Machine Tom Morello, oltre alla E-Street Band. Intanto sarà nei cinema il 22 Luglio il documentario, prodotto da Rydley Scott, "Springsteen & I".
In attesa del quarto disco "Right Thoughts, Right Words, Right Actions" che uscirà il 26 Agosto, ieri 27 Giugno i Franz Ferdinand hanno pubblicato online due dei brani che faranno parte del nuovo album, il primo in studio dal 2009 che potete ascoltare qui sotto.
Dopo aver annunciato il nuovo album in uscita a Novembre e intitolato "Ghosts of Download", ieri 24 Giugno è stato messo online il nuovo singolo dei Blondie. "A Rose By Any Name" vede la collaborazione con Beth Ditto dei Gossip e segna un passaggio verso sonorità elettroniche.
Annunciato il nuovo album degli Arctic Monkeys. Sarà nei negozi il prossimo 9 Settembre e vedrà le collaborazioni di Pete Thomas (Elvis Costello) e Josh Homme. La band inglese sarà impegnata in tre date del loro tour in Italia il 10 Luglio a Roma, l'11 a Ferrara e il 13 Novembre a Milano. Annunciata anche la tracklist dell'Album che si intitolerà "AM".
I Dream Theater dopo l'annuncio della pubblicazione del prossimo disco il 24 Settembre, arriva l'annuncio anche delle date del tour europeo, che toccherà anche l'Italia. La band di John Petrucci verrà nel nostro paese per quattro date nel prossimo mese di Gennaio. Il 20 a Milano, 21 a Firenze, 22 a Roma e il 23 Gennaio a Padova. I biglietti saranno in vendita sul circuito Ticketone dal 28 Giugno.
Annullato il concerto di domani 25 Giugno dei Motorhead a Milano. L'annullamento è dovuto alle condizioni di salute del cantante Lemmy, che pare aver avuto dei problemi dovuti a un operazione al cuore a cui si è sottoposto alcuni mesi fa. Ancora non sono disponibili notizie riguardo un eventuale recupero del concerto, o sulla possibilità di rimborso dei biglietti.
Pubblicato ieri 23 Giugno il nuovo singolo del gruppo abruzzese Il Management Del Dolore Post Operatorio. A un anno e mezzo dall'ultimo lavoro, e con in mezzo la discussa esibizione al concerto del Primo Maggio, il singolo "La Pillola Blu" anticipa l'uscita del terzo album della band che vedrà la luce nel prossimo Novembre.
Dopo due EP e diversi riconoscimenti da parte della critica specializzata, arriva il primo lavoro completo della band bolognese. Capitanati da Andrea Lorenzoni alla voce, il gruppo cerca di racchiudere nei nove brani di "I Fantasmi Baciali" i loro primi anni di carriera
Sin dalla prima traccia "Non Farti Corrompere" si iniziano a notare le influenze della band, sembra di ascoltare un vecchio pezzo degli Afterhours o dei Marlene Kuntz. Ma il gruppo non è solo questo. Si spazia in più campi, dall'Alternative al pop senza trascurare mai quello stile di cantautorato italiano con cui tutti i gruppi emergenti nel nostro paese devono confrontarsi.
Con "La Tua Libertà" si prosegue sulla strada tracciata dal primo brano per virare su un qualcosa di più intimo con "Compagna con Figli".
Con "Campo di Nervi" si torna a ritmi ben più alti che vengono abbassati di nuovo con "Forza e Sigarette" un pop molto vicino a cantautori nostrani dei tempi che furono. Stessa via che intraprende "L'eremo" che ci porta all'invettiva di "Ci-viltà", un j'accuse verso quell'Europa Unita che dovrebbe essere portatrice di civilizzazione. "FIdia" chiude questo primo lavoro della band nel modo più intimo possibile, solo voce e chitarra, che riporta alla mente ancora una volta i nostri vecchi cantautori.
Gran parte del lavoro è fatto dal cantante Andrea Lorenzoni, che nella doppia veste anche di poeta, mette al servizio della band i suoi testi a volte ermetici, ma sempre molto densi di significato.
Sicuramente non un disco che rivoluzionerà per sempre il modo di fare musica in Italia, ma un lavoro decisamente buono, considerando sempre che è un'opera prima. La strada da fare è ancora lunga e di cose da sistemare ce ne sono molte, non ultima la strada che la band vuole intraprendere, se puntare in modo definitivo sul pop o se magari virare su sonorità più alternative che sembrano comunque essere nelle loro corde.
Secondo voci trapelate dall'interno della band, dovrebbe uscire il 9 Settembre il nuovo disco degli Arcade Fire. A giorni la band canadese dovrebbe comunicare titolo e tracklist del seguito di "The Suburbs" a tre anni di distanza dallo stesso.
Messo online ieri 22 Giugno il nuovo singolo dei Virginiana Miller. il gruppo livornese uscirà a Settembre con il nuovo disco, di cui questa "Una Bella Giornata" fa da apripista. Dovrebbe far parte del disco anche la canzone "Tutti i Santi Giorni" che faceva da colonna sonora al omonimo film di Virzì che ha permesso alla band di aggiudicarsi il David Di Donatello come miglior canzone originale.
Ritchie
Blackmore è da considerare tra le leggende del Rock. Quando sei
stato il chitarrista dei Deep Purple per 15 anni (tra entrate e
uscite) e hai fondato i Rainbow, un posto nella storia dell'Hard Rock
non te lo toglie nessuno. E se decidi dopo questa carriera di
dedicarti a un qualcosa che non ha nulla a che vedere con il tuo
passato, nessuno ti può criticare. Certo può piacere o non piacere,
ma nessuno potrà mai discuterti come artista.
Ormai
giunti all'ottavo disco di questa nuova vita artistica di Blackmore,
Ritchie e la moglie Candice Night si presentano con questo nuovo
lavoro a tre anni dall'ultimo “Autumn Sky”.
Partiti
nel 1997 come duo folk-medievale, nel corso degli anni i suoni del
duo si sono aperti verso il rock più classico mantenendo comunque le
caratteristiche fondamentali da cui erano partiti. Non varia molto
sul tema questo nuovo “Dancer and The Moon”, disco caratterizzato
da un'alternanza tra pezzi folk e pezzi più indirizzati al Rock.
Il
disco si apre con due brani dalla spiccata anima folk specialmente
“Troika” che con il suo ritmo porta subito la band su un
territorio a loro congeniale. “The Last Leaf” si presenta come
brano molto più inrtrospettivo, in cui la splendida voce di Candice
viene accompagnata da uno splendida chitarra acustica di Blackmore.
Le
cover presenti nel disco “Lady in Black”(Uriah Heep) e “The
Temple of the King” (Rainbow) sono eseguite ottimamente così come
i due brani strumentali “Ministrels in the Hall” e “Galliard”
che riportano alla mente quei suoni medievali che aveva spinto la
coppia a mettere in piedi questo progetto. La malinconica “The
Ashgrove” ci fa capire (senza che ce ne fosse il bisogno) la
grandissima abilità di Candice Night di adattarsi senza problemi sia
a toni più movimentati che a ritmi decisamente più dolci e
delicati.
Uno
dei momenti migliori(e piì strani) dell'intero album lo abbiamo con
la doppia interpretazione della stessa canzone. “Somewhere Over The
Sea(The Moon is Shining)” e “The Moon is Shining(Somewhere Over
The Sea)” altro non sono che la stessa canzone, eseguita una prima
volta come ballata folk molto intensa, e ripresa in un secondo
momento come pezzo Hard Rock, con un intro elettronico che lascia
inizialmente interdetti, ma che funziona.
Devono
essere stati due parecchio difficili per Ritchie, perchè perdere due
dei migliori musicisti con cui hai diviso la carriera in un lasso di
tempo così breve non deve essere facile. La cover dei Rainbow è un
omaggio a quel Ronnie James Dio che lo ha accompagnato nei primi anni
della sua avventura post Deep Purple. La seconda dedica dell'album la
troviamo in chiusura di disco. “Carry On...Jon” è un pezzo
strumentale che ricorda vagamente i suoni dei Purple, con in chiusura
quell'Hammond che proprio Jon Lord era riuscito a far amare a tutti
gli appassionati di musica.
La
sostanza del disco non si discosta molto dai precedenti lavori del
duo, ma risulta essere sicuramente un buonissimo lavoro. Si nota una
capacità della coppia di sapere perfettamente come fare sempre un
lavoro egregio. E se la voce di Candice riesce a farsi apprezzare
sempre di più, Ritchie non ha bisogno di farsi conoscere nel mondo,
ma sentirlo suonare, e sentirlo così in forma, no n può che fare
piacere a tutti i suoi fans, anche quelli che non hanno ben accettato
la scelta di questa nuova strada.
Pubblicato oggi 21 Giugno il nuovo signolo dei Marlene Kuntz. La band piemontese torna a tre anni di distanza dall'ultimo disco, e questo singolo fa da apripista al nuovo disco di cui ancora non si conosce la data di uscita.Potete ascoltare "Solstizio" qui sotto.
In un'intervista rilasciata alla rivista Rolling Stone, il frontman degli Aerosmith Steven Tyler annuncia che il prossimo progetto che lo vedrà coinvolto sarà il suo primo disco solista. Nell'intervista il cantante di origini italiane dichiara che le sonorità del disco saranno parecchio diverse da quelle degli Aerosmith, e che vedrà coinvolti diversi artisti.
Immagina
non avercelo un corpo e quindi non fare le cose che siamo abituati a
fare: La spesa, prendere l'autobus, commuoverci con un film, obbedire
alla forza di gravità.
È
con queste parole che si apre il fumetto scritto da Antonio Di
Martino (illustrato da Igor Scalisi Palminteri) a cui questo EP fa
da colonna sonora. A un anno dal successo di “Sarebbe bello non
lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile” tornano i
Dimartino, trio siciliano in attività ormai da quindici anni (anche
se solo da tre con il nome attuale, prima erano i Famelika)
Sono
sempre di più i gruppi italiani che raccontano il disagio di vivere
questi tempi. E Dimartino non fa eccezione.
Tra
i migliori rappresentanti della nuova ondata cantautoriale italiana,
questo EP è fondamentalmente un esperimento, il provare a unire le
immagini del fumetto con la musica. È un esperimento anche dal punto
di vista musicale, si riduce l'uso di chitarra e batteria per
lasciare la scena al Synth. L'unica cosa invariata rispetto ai
precedenti lavori è l'uso delle parole, mai banali e sempre
ricercate in questo EP riescono a raccontare alla perfezione il
viaggio che intraprendono i due protagonisti del fumetto.
Un
esperimento sicuramente ben riuscito, con le sei traccie che fanno da
perfetto sfondo alle immagini (Potete vedere il fumetto qui :
http://www.rockit.it/non-vengo-piu-mamma-dimartino-tavola-illustrazione-disegno-1 ), un ottima sperimentazione anche per le novità sonore che il
gruppo palermitano ha proposto sempre senza tralasciare il lato
cantautoriale.
Il mondo ha bisogno del Pop-Rock.
Quella musica che riempie gli stadi, quella dei ritornelli cantati a
squarciagola, quella degli accendini accesi durante i pezzi
romantici. E i Kodaline sembra che lo sappiano. Esce così il primo
disco di questi ragazzi irlandesi, che suonano dal 2007 e che hanno
dalla loro già tre EP pubblicati, di cui due in questo inizio di
2013.
In questo “In A Perfect World” i
Kodaline non hanno paura di fare la musica che meglio gli riesce,
quel pop-rock melodico, alla Coldplay se vogliamo, con qualche
strizzatina d'occhio a quel Folk/Country che di recente sembra andare
sempre più per la maggiore.
Un disco che parla d'amore, e non prova
a nasconderlo. E come ci è stato insegnato l'amore non ha bisogno di
ritmi forsennati per essere raccontato.
La partenza con “One Day” fa notare
subito lo stampo della band, ballate stile Coldplay che sono il
marchio di fabbrica dei quattro irlandesi. “All I Want” prosegue
sulla strada intrapresa per andarsi poi ad aprire nel finale in
sonorità più folk. Lo stesso suono che troviamo in “Love Like
This”, la prima accelerata del disco, che torna a toni più intimi
in “High Hopes”.
“Brand New Day” alza di nuovo i
toni e con il suo ritornello corale farà sicuramente la fortuna
della band. Le successive “After The Fall” e “Big Bad World”
mantengono un ritmo più alto, e tendono a ribadire il l'influenza
del pop per la band irlandese. I ritmi tornano ad abbassarsi con il
prosieguo dell'album, da cui si eleva la intimista “Pray”.
L'album si chiude con la folk “Way Back When” dal suono molto
vicino a quello dei Mumford and Sons.
Di certo un album che non farà la
storia della musica, ma che segna un buon esordio per la band, che
non ha mai voluto provare a rivoluzionare la musica, ma che anzi
dimostrano di amare un certo tipo di musica e dimostrano di saperlo
suonare anche decisamente bene.
Confermata la data italiana dei Queens Of The Stone Age. Si terrà il 3 Novembre presso il Mediolanum Forum di Assago. I biglietti saranno in vendita dal 20 Giugno al prezzo di 33 Euro. Intanto la band annuncia che a breve inizieranno le registrazioni per il nuovo disco.
Annunciato il Tour Europeo degli Yes. La band Prog inglese eseguirà dal vivo tre dischi degli anni '70 "The Yes Album", "Close To The Edge", "Going For The One". Tre dischi che hanno segnato il successo del gruppo britannico. Il Tour toccherà anche l'Italia con due date. Il 17 Maggio 2014 a Padova e il 18 Maggio a Milano. I biglietti saranno messi in vendita a breve.
Quattro dischi in sedici anni possono
sembrare un po' pochi, ma nel frattempo si sono dati parecchio da
fare i due parigini simbolo dell'attuale scena elettronica nel
mondo. A otto anni di distanza dal predecessore Human After All e con cinque anni di gestazione alle spalle arriva Random
Access Memories.
Uno dei dischi più attesi del 2013, e
sicuramente il più chiacchierato, un susseguirsi di voci sulle varie
collaborazioni, video più o meno criptici non hanno fatto che
portare alle stelle l'attesa per questo nuovo lavoro dei Daft Punk.
Intorno a metà Aprile ecco arrivare il
primo singolo estratto dall'album. Get Lucky ha iniziato a
imperversare nelle radio e televisioni di tutto il mondo, rendendolo
già il singolo più ascoltato dell'anno. Si è subito notata una
netta virata rispetto al passato della band, ma non era chiaro se
fosse il solo singolo a proporre queste nuove sonorità o se fosse
proprio la strada intrapresa dal duo. Un suono molto vicino al funk e
alla disco anni '70, merito del quale va dato alla presenza alla
chitarra di Nile Rodgers (ex Chic), a cui ha partecipato mettendo la
sua voce Pharrell Williams.
Fin dalla prima traccia del disco si
nota come la strada presa dalla band sia quella di cambiare stile,
così eccoci di fronte a Give Life Back to Music pezzo
funk-dance che con il suo ritmo riporta alle atmosfere delle fumose
discoteche stile “Saturday Night Fever”. Ovviamente i due
Parigini non dimenticano le loro origini e ovviamente quello che
sanno fare meglio cioè l'elettronica e in The Game Of Love si
inizia a intravedere il genere che li ha portati al successo, una
ballata ipnotica che dal vivo tornerà utilissima. Con Giorgio By
Moroder si va a omaggiare uno dei padri fondatori della musica
elettronica. È lo stesso produttore italiano a prestare la sua voce,
ma non per cantare, quanto per raccontare la sua carriera mentre in
sottofondo parte una suite di 9 minuti che va in crescendo, sembrando
quasi un pezzo prog più che elettronico.
Altra partecipazione del disco vede
impegnato Julian Casablancas (The Strokes) alla voce di Instant
Crush, pezzo abbastanza pop con delle escursioni elettroniche.
Dopo un altro passaggio per il Funk con Lose Yourself To
Dance ( sempre con Pharrell Williams alla voce ) si arriva a
un'ulteriore svolta del disco. “Touch” un brano ad andamento
circolare diviso in tre parti, si inizia con una voce e piano che
ricorda molto David Bowie del passato, si passa alla dance per andare
poi a esplorare una sorta di psichedelia, che riconduce nella parte
finale di nuovo alla voce e al piano d'apertura.
Dopo le ulteriori divagazioni tra funk
ed elettronica di Fragments Of Time e Doin'It Right si
arriva alla traccia conclusiva. Contact è un'esplosione
elettronica, che riporta la band al suo grande passato e dimostra
come nel fare un certo tipo di musica siano ancora i migliori
Era uno dei dischi più attesi del 2013
e non ha deluso le aspettative. Il rischio che i due francesi hanno
corso è stato grandissimo e poteva portare a un flop pazzesco.
Invece come al loro solito hanno tirato fuori il coniglio dal
cilindro e hanno messo sul piatto uno dei dischi migliori dell'anno.
Solo il tempo ci dirà se avevano ragione loro, ma state pur certi
che da qui a tanti anni Random Access Memories sarà una
delle fonti d'ispirazione per chi ha come obiettivo quello di far
ballare i propri fan.
Tracklist
“Give Life Back to Music” (featuring Nile Rodgers)
“The Game of Love”
“Giorgio by Moroder” (featuring Giorgio Moroder)
“Within” (featuring Chilly Gonzales)
“Instant Crush” (featuring Julian Casablancas)
“Lose Yourself to Dance” (featuring Pharrell Williams and Nile
Rodgers)
“Touch” (featuring Paul Williams)
“Get Lucky” (featuring Pharrell Williams and Nile Rodgers)
Jared
Leto e compagni tornano con il loro quarto disco in studio. A quattro
anni da "This Is War" la band americana si ripresenta con
questo nuovo lavoro. Anticipato dal singolo "Up In The Air"
il terzetto guidato dall'attore, modello e cantante ritorna con un
nuovo disco di inediti
Già
dalla pubblicazione del primo singolo, si era creata molta agitazione
intorno a questo disco, visto il cambio radicale di sonorità che “Up
in The Air” proponeva. Quello che ci si presenta davanti è una
sorta di Concept Album diviso in quattro parti, che vanno a esplorare
i quattro temi del titolo, “Love Lust Faith + Dreams”. Se i primi
tre dischi della band californiana avevano presentato una molteplice
varietà di generi da cui andava a pescare, dal Metal all'Hard Rock
passando per il Post-Grunge, e con la voce di Leto che era subito
stata eletta tra le migliori del panorama rock moderno, fin
dall'inizio di questo album si nota come il gruppo abbia decisamente
virato su altri suoni.
Le
chitarre che avevano fatto da padrone nei primi lavori della band,
lasciano spazio all'elettronica e non sono poche le aperture verso il
pop. Già dalla prima traccia Birth è chiara la voglia di
provare a cambiare stile, con i fiati ad aprire il disco e i cori da
concerto di sottofondo. Con Conquistador tornano dei suoni
molto più consoni alla band e anche la voce di Jared Leto sembra
molto più a suo agio. Dopo di che torna l'elettronica a fare la voce
grossa nelle successive City of Angels, The Race e la già
citata Up In The Air. Segue una ballata End of All Days in cui il gruppo riesce a sfruttare a pieno la voce del cantante
anche se anche qui non mancano macchinazioni elettroniche.
Il
disco prosegue tra ritornelli accattivanti, che avranno sicuro
successo nelle esibizioni live, e la voce di Leto che non riesce a
fare quel salto di qualità che invece aveva mostrato in passato.
Forse l'eccesso di effetti le fa perdere tutta la sua forza.
Da
segnalare Pyres Of Varanasi e la strumentale Convergence che pur non discostandosi molto dall'asse portante del disco,
riescono a elevarsi rispetto al resto.
Se
si voleva trattare solo di un esperimento, la band ha fatto bene a
tentare e magari a fallire. Se invece la nuova strada intrapresa da
Leto e soci è quella di questo nuovo album farebbero bene a pensare
al loro futuro. Un disco sicuramente orecchiabile, che sarà amato
dalle radio e dai nuovi fan della band, per i suoi coretti e gli
ammiccamenti pop, ma che non può che far storcere il naso a chi
segue il gruppo sin dalla fine degli anni '90.
Annunciate nuove date europee per i Queens Of The Stone Age. La band che sarà in tour da oggi 15 Giugno fino al 20 Luglio in Europa, ha annunciato che tornerà nel vecchio continente dal 4 Novembre per altre nove date. Al momento nessuna traccia dell'Italia, ma la band ha annunciato che verranno ufficializzate altre date a breve, voci dicono che potremmo vederli nel nostro paese il 3 Novembre al Mediolanum Forum di Milano.
Il supergruppo che da qualche tempo si esibisce dal vivo ha annunciato l'imminente uscita di un EP. Parliamo dei King Of Chaos, gruppo formato da Matt Sorum e Duff McKagan (Ex Gun's N'Roses e Velvet Revolver), Joe Elliot (Def Leppard), Glenn Hughes(ex Deep Purple) e Sebastian Bach (ex cantante degli Skid Row). Finora la band che si è esibita dal vivo proponendo cover di Gun's N'Roses, Deep Purple, e Def Leppard ha annunciato che arriverà un'EP con i primi pezzi inediti, ma ancora non si conosce la data di uscita.
Novembre 2012. Conferenza stampa di presentazione de "L'Ultima Thule". Oltre a presentare il disco fa un annuncio che era nell'aria da mesi, ma che nessuno dei suoi fan avrebbe mai voluto sentire. Addio Musica. Per sempre. Una carriera iniziata 45 anni prima e che si concludeva così, senza un addio, senza un ultimo concerto. Ci lascia in eredità diciassette album, diciassette spaccati di vita, la sua e la nostra.
La sua storia comincia a Modena, dove nasce 73 anni fa. Ma modenese non lo è mai stato, o meglio, non ci si è mai sentito. La sua vita è sull'Appennino. Quella Pavana al confine tra Emilia e Toscana, quel paesino in montagna dove tra il mulino dei nonni e il Limentra è cresciuto. Quell'Appennino che avrà un'influenza determinante in tutta la sua carriera. Così come sarà influenzato da quella Bologna dove andrà a vivere a 21 anni e ci rimarrà fino a pochi anni fa, prima di tornare in montagna.
E' proprio nel periodo che va tra Modena e Bologna che inizia la carriera del Maestrone. Siamo alla fine degli anni '50, l'allora cronista per la Gazzetta di Modena, si occupava di cronaca giudiziaria, inizia a suonare in un'orchestra da balera. E' qua che cominciano i primi incontri che cambiano la sua carriera. Con lui in balera suonavano Pier Farri (suo futuro produttore) e Victor Sogliani (futuro Equipe 84). E' in questo periodo che inizia a scrivere le prime canzoni e quando quell'orchestrina diventa prima "I Gatti" e poi L'"Equipe 84" qualcuna di queste canzoni inizia a vedere la luce. Ovviamente non cantate da Guccini, perché lui intenzione di cantare non ne aveva, a lui piaceva scrivere. Siamo nel 1966 e l'Equipe 84 pubblica Auschwitz e L'antisociale mentre i Nomadi pubblicarono Noi Non Ci Saremo e Dio è Morto. Le doti compositive di questo studente di lingue non passarono inosservate e nel 1967 gli venne proposto di incidere il suo primo disco.
L'inizio della carriera discografica di Guccini è il classico esempio di come sia cambiata la concezione della musica in Italia da quei tempi a oggi. Ora se il tuo primo singolo non ha successo hai possibilità pari a zero di salire alla ribalta. A Guccini per avere successo occorsero quattro album. "Folk Beat n.1" del 1967, "Due Anni Dopo" del 1970 e "L'isola non Trovata" sempre del 1970, nonostante contenessero già alcune delle prime perle del Maestro, non ebbero il dovuto successo di pubblico, tanto che lo stesso Guccini raccontò di essersi stupito quando gli venne proposto di registrare il secondo album, dopo che "Folk Beat" aveva venduto un totale di 500 copie.
Alcuni suoi colleghi cantautori si sono elevati a poeti generazionali, spesso senza una vera ragione, la grandezza di Guccini è probabilmente l'essere sempre rimasto con i piedi per terra e continuare a raccontare le storie di tutti i giorni, un cantastorie più che un poeta ma che comunque con le parole riusciva a mettere in piedi delle canzoni che somigliano quasi a dei film. Nella discografia del Maestrone la cosa che più colpisce sono le immagini che riesce a evocare nella mente mentre si ascoltano le sue canzoni. Alcune di esse risultano essere più vicine a una sceneggiatura che a una canzone. Pezzi tipo Incontro, Autogrill, Venezia e La Locomotiva hanno la capacità di raccontare una storia, fornendo tutti i dettagli che riescono a farti percepire la dinamica.
Ma Guccini è anche un cantautore che fa della musica uno strumento di protesta. Come tutti i cantautori del suo tempo, ci si doveva schierare. E lui è stato quello che meglio di tutti è riuscito a fare canzoni su base sociale, attacchi alla nostra società, mantenendo comunque un livello qualitativo eccezionale. Canzone per Silvia, Noi Non Ci Saremo, Dio è Morto e tante altre, sono prova di una sensibilità per i problemi della società, ma sono anche diventati dei classici del suo repertorio, che ancora oggi sono tra i preferiti tra i fan.
Se con i primi tre album non aveva avuto il successo sperato, il quarto album fu quello che lo portò alla ribalta, nominandolo di diritto tra i più grandi della musica italiana. “Radici” del 1972 è un viaggio alla scoperte appunto delle radici che ognuno fa. Sette capolavori compongono questo LP che è il punto di svolta della sua carriera , trainato da quella Locomotiva che fin da subito diverrà uno dei suoi cavalli di battaglia. Con il passare dei dischi si fa sempre più evidente l'influenza che ha Bologna nei confronti di Guccini e ne sono prova i successivi dischi. Se “Stanze di Vita Quotidiana” è il disco peggio riuscito del cantautore, per sua stessa ammissione, “Opera Buffa” e “Via Paolo Fabbri 43” tirano fuori tutto quello che Bologna ha rappresentato per l'artista. “Opera Buffa” mostra un lato di Guccini che spesso veniva sottovaluto. Il suo essere cantastorie esce fuori del tutto nelle sue esibizioni dal vivo, in cui il suo dialogo con il pubblico diventa fondamentale e del tutto inaspettato vista l'immagine seriosa che mostrava nei suoi dischi. Registrato all'Osteria Delle Dame luogo fondamentale della sua vita, in cui si passavano le nottate a suonare e giocare a carte e quando si tornava a casa, si componeva. Il risultato è “Via Paolo Fabbri 43” che a detta dei critici si gioca con “Radici” la palma di migliore disco di Guccini. Sei traccie, sei spaccati di vita bolognese, dalla Piccola Storia Ignobile che parla di una gravidanza non voluta, al Pensionato vicino di casa dello stesso Guccini. Ma anche L'avvelenata nata da un'incazzatura contro il critico musicale Bertocelli citato nella canzone che aveva stroncato il precedente album, fino a arrivare a Canzone di Notte N.2 forse la migliore del disco.
Nato nel 1940 e cresciuto durante la Guerra, Guccini restò folgorato dai soldati americani che vennero a liberare l'Italia occupata dai tedeschi. Cresciuto con il sogno americano, leggendo autori statunitensi e soprattutto Paperino, e da sempre grande viaggiatore, mette tutto questo a servizio dei successivi due dischi. “Amerigo” e “Metropolis” mostrano ancora un altro lato di Guccini. Amerigo altri non è che lo zio partito per gli Stati Uniti in cerca di fortuna come molti nostri compatrioti e tornato solo più vecchio e con un'ernia che sembrava la fondina di una pistola nella sua mente di bambino. Con “Eskimo” si tocca forse il punto più alto della produzione Gucciniana. Non è mai stato un grandi scrittore di canzoni d'amore, anzi forse non le ha mai scritte. Ma è stato magnifico nel raccontare la fine dell'amore, Eskimo e in seguito Farewell e Quattro Stracci su tutte.
“Metropolis” ci racconta la voglia e il bisogno di viaggiare. Ci racconta Venezia tramite una storia tragica di morte, ci racconta la tanto amata Bologna, ci racconta una Bisanzio durante il passaggio tra dominio occidentale e dominio orientale.
Da qui in poi si può notare un drastico calo nella voglia di Guccini di fare musica. Non che la qualità venga meno, ma si allungano i tempi, forse l'ispirazione non è più quella di prima, iniziano a arrivare i primi romanzi. Ecco forse Guccini si inizia a dedicare di più alla sua vera passione, lo scrivere. Ha sempre dichiarato che scrivere una canzone è molto più complesso rispetto allo scrivere un racconto. Ma quando decide di fare dischi sa sempre come farlo.
Questa seconda parte di carriera è caratterizzata da sette dischi in 25 anni. Che comunque continuano a regalare delle perle di autentica bellezza a tutti i suoi affezzionati ammiratori. Si va dal tango di Scirocco, alla collaborazione con Lucio Dalla(suo grande amico) in Æmilia, a altri amori finiti di La canzone delle Domande Consuete, Quello che Non..., Farewell, alle contestazioni di Canzone per Silvia, Cirano e Don Chisciotte per passare all'attualità con Piazza Alimonda che ricorda la scomparsa di Carlo Giuliani al G8 di Genova.
Quando si ha davanti una carriera del genere, di tale durata e così ampia come produzione, difficilmente non si trovano dei difetti o dei momenti di calo. Per trovarli a Guccini bisogna impegnarsi a fondo. Sono pochi gli artisti che alla fine della loro carriera possono guardarsi alle spalle, e vedere quasi solamente trionfi. Anche i primi dischi che erano passati un po' in sordina, nel corso degli anni sono stati rivalutati come è giusto che sia.
Resta l'amaro in bocca per la fine, perché quest'”Ultima Thule” ci rende sempre più consapevoli del fatto che, magari con i suoi tempi, ma il Maestrone poteva ancora tirare fuori cose notevoli. E invece non ci resta che riascoltare i suoi vecchi dischi, fino a consumarli, con la sicurezza che pur ascoltandoli da una vita, e continuando ad ascoltarli per molti anni a venire, non ci annoieranno mai.
Dopo l'album di debutto "2010" i quattro marchigiani tornano con questo EP che cerca conferme dopo il buon riscontro del primo lavoro.
Soli sei brani per testare lo stato di forma del gruppo a tre anni dal primo lavoro. La strada intrapresa è la stessa del primo disco, un suono volutamente lo-fi che a tratti sfocia nel Garage, avendo sempre un occhio di riguardo per il Punk.
La difficoltà della vita di provincia è raccontata alla perfezione dai quattro ragazzi, con la velocità che era il marchio caratteristico del primo album. Sei brani per dodici minuti, per raccontare il disagio che
i giovani di oggi si trovano a vivere.
Se con "Opportunità" si inizia a mettere a fuoco il disagio della vita in provincia, è con la Titletrack "Disagiami" che si prende atto della difficoltà della quotidianità. "Strage di Pasqua" è la canzone con un suono forse più pulito rispetto al resto del disco, racconto di rapporti di coppiacomplicati. "Scatola Nera" e "Strumentale" portano avanti il lavoro del primo disco. "I Miei Vicini" Ë la perfetta chiusura per questo EP.
Ovviamente con solo sei pezzi a disposizione non si può dare un giudizio approfondito su un gruppo, ma in attesa del prossimo album possiamo dire che la strada intrapresa da "Gli Ebrei" sembra essere quella giusta.
Bob Dylan torna in Italia con il suo "Neverending Tour". Annunciate sei date che il cantautore statunitense effettuerà nel nostro paese. 2, 3 e 4 Novembre a Milano al Teatro degli Arcimboldi, 6 e 7 Novembre a Roma all'Atlantico e l'8 Novembre al Teatro Comunale di Firenze. I biglietti saranno in vendita da domani 14 Giugno presso tutti i circuiti autorizzati.
Bono prosegue con le sue iniziative atte a sensibilizzare il mondo sul problema della povertà. In vista del G8 che si terrà in Irlanda del Nord dal 17 Giugno, il frontman degli U2 sta radunando un buon numero di artisti per mettere insieme una raccolta di canzoni di protesta. L'iniziativa chiamata "Agit8" vedrà la partecipazione di artisti del calibro di Bob Dylan, Elvis Costello, Peter Gabriel e Bruce Springsteen che metteranno a disposizione loro pezzi, e artisti meno conosciuti che eseguiranno cover di canzoni di protesta storiche. Tutte le informazioni relative all'iniziativa le potete trovare al link qui sotto.
Dopo lo scisma che nel 2009 ha visto crollare gli Oasis, i fratelli Gallagher hanno preso strade diverse. Da una parte i "Noel'Gallagher's High Flying Birds" e dall'altra i "Beady Eye". I due fratelli hanno sempre avuto un rapporto contrastato, quasi una sfida tra il tenebroso frontman e il chitarrista vera mente della band di Manchester. Dal primo round che si è svolto nel 2011, con la pubblicazione del primo disco per entrambe le nuove band, ne è uscito vittorioso Noel, sia dal punto di vista delle vendite che dal punto di vista della critica. A due anni di distanza da "Different Gear, Still Speeding" arriva il nuovo lavoro di Liam intitolato semplicemente "BE".
Che tra i due fratelli la mente dietro gli Oasis fosse Noel era risaputo e il primo disco dei Beady Eye ne era la chiara dimostrazione, una mancanza totale di idee e altro non era che la ripetizione dei soliti suoni dell'ultima fase degli Oasis. Liam tra i due è sempre stato il personaggio della band, quello che faceva stare il nome degli Oasis sulla bocca di tutti grazie al suo carattere rissoso e molto spigoloso.
Questo nuovo lavoro non si allontana molto dalle classiche sonorità della vecchia band, ma offre anche spunti interessanti, che potrebbero essere una buona base di partenza per un futuro diverso.
Con i primi due pezzi il gruppo fa capire come sarà l'andamento del disco, un'alternanza di ballate a pezzi più elettrici, brani che ricordano i vecchi Oasis a brani che citano i Beatles (non sempre riuscendo nell'intento). Si parte con il primo singolo "Flick of the Finger" un pezzo che prosegue la strada del primo disco, ma a cui l'aggiunta dei fiati da un più ampio respiro. "Soul Love" è la prima ballata del disco con un retro gusto psichedelico. Il secondo singolo estratto dall'album "Second Bite of the Apple" è un pezzo dal ritmo latineggiante in cui tornano a fare capolino gli ottoni già sentiti nel primo brano. La ballata "Soon Come Tomorrow" smorza i toni, ricordando molto "Stand By Me" grande successo degli Oasis.
I due pezzi successivi "Iz Rite" e "I'm Just Saying" sono forse il punto più basso dell'album, due canzonette leggere di cui probabilmente non si sentiva il bisogno.
"Don't Brother Me" è una dedica al fratello Noel, una canzone malinconica in cui è il tamburello di Liam a segnare il tempo a cui fa seguito "Shine a Light" con cui si torna a ritmi più alti, un pezzo in pieno stile Brit-Pop.
Ma è con gli ultimi due pezzi che il disco tocca il suo apice. "Ballroom Figured" è una splendida ballata per solo voce e chitarra in cui Liam tira fuori il meglio di se. SI chiude con "Start Anew" che già dal titolo vuole far capire che questo disco deve essere un nuovo inizio per la band.
Un disco che non rimarrà nella storia in quanto ma è comunque un buon passo in avanti dopo il pessimo inizio della band. Ovviamente un disco che spaccherà in due i fan degli Oasis, come è giusto che sia, restando in attesa dell'ennesima risposta di Noel.
Previsto per il 25 Giugno all'Arena di Verona il concerto di Paul McCartney. Ieri 11 Giugno sono stati messi in vendita altri tagliandi sul circuito Ticketone per l'unica data italiana del baronetto, che lo vedrà in scena nell'"Out There!Tour". La scaletta del concerto dovrebbe essere incentrata principalmente sui pezzi Beatlesiani e meno sulla sua carriera solista.
I Beach Boys stanno per festeggiare i 50 anni di carriera e hanno deciso di farlo in grande stile. Sarà pubblicato il 27 di agosto un cofanetto contenente sei cd che ripercorreranno la carriera della band californiana. Il titolo sarà "Made in California" e oltre ai grandi successi del gruppo proporrà anche sessanta tra demo, versioni alternative e canzoni mai pubblicate dalla band.
Se a ventitré anni sei già al quarto album, probabilmente hai una maturità artistica superiore a molti tuoi coetanei. Se oltretutto i tuoi dischi precedenti sono stati esaltati dalla critica, forse hai davvero qualcosa di speciale. Ecco così che arriva "Once I Was An Eagle" il nuovo disco della cantautrice inglese.
Se nei precedenti dischi era dominante la connotazione folk dell'artista, in questo nuovo lavoro resta la base supportata da un lato cantautoriale molto più pronunciato. Si parte con i primi quattro pezzi Take the Night Off, I Was An Eagle, You Know, Breathe che altro non sono che un'unica composizione di quindici minuti in cui si parte con solo la sua voce e la chitarra e mano mano vanno a aggiungersi melodie sempre più complesse quasi a creare una sorta di intreccio onirico. Segue il primo singolo estratto dal disco, l'esplosione folk di "Master Hunter" che riporta a sonorità molto familiari dei primi album.
Si prosegue con un alternanza di intimità e folk che la cantante riesce a miscelare alla perfezione grazie alla sua voce, con la quale riesce a comunicare in modo favoloso le emozioni delle canzoni che interpreta.
Se Devil's Resting Place è un incalzante folk la successiva Interlude è un pezzo strumentale che sembra voltare faccia al disco. Si passa a sonorità meno intime e più aperte verso l'esterno.
La seconda parte del disco è molto più leggera e scorrevole rispetto all'inizio. La connotazione Folk si fa più insistente e l'intimo della cantante viene un po' messo da parte. E' come se dopo una discesa nel profondo umano della prima parte si risalisse per far tornare fuori la parte più gioiosa dell'artista.
Sicuramente degne di nota Where Can I Go? e When Were You Happy? la prima con il sua leggerezza, la seconda per l'interpretazione, più parlata che cantata.
La particolarità di questo disco, e della Marling stessa, è come lei riesca a cambiare registro vocale in base all'emozione che la canzone vuole esprimere. Riesce a passare dal falsetto alle note basse con una semplicità che farebbe invidia a molte sue colleghe più esperte.
Un disco complessivamente ben riuscito, in cui Laura Marling dimostra ancora una volta tutto il suo talento sia vocale che come chitarrista. Si tratta sicuramente di un disco da ascoltare più che da sentire, ma in un periodo in cui la musica è perlopiù usa e getta, la cantautrice inglese è sicuramente un'artista da segnalare tra le migliori.
TRACKLIST
"Take the night off"
"I was an eagle"
"You know"
"Breathe"
"Master hunter"
"Little love caster"
"Devil's resting place"
"Interlude"
"Undine"
"Where can I go?"
"Once"
"Pray for me"
"When were you happy? (And how long has that been)"
Brutte notizie per i fan dei Black Sabbath. Il concerto che li avrebbe visti in azione in Italia il 5 Dicembre a Milano è stato annullato a causa di problemi logistici. Per tutti coloro che avevano già acquistato il biglietto è previsto il rimborso entro il 31 luglio presso la ricevitoria dove il tagliando è stato emesso. Per il momento non ci sono notizie riguardo un possibile recupero della data.
E' stato annullato anche il A Perfect Day Festival. I concerti che si sarebbero dovuti tenere a VIllafranca di Verona il 30 Agosto e 1 Settembre avrebbero dovuto vedere i Primal Scream come headliner nella prima serata. La band scozzese ha annunciato che recupererà la data annullata il 20 Novembre all'Alcatraz di Milano e i biglietti saranno in vendita da domani 12 Giugno sui canali Ticketone. Per quel che riguarda il rimborso dei biglietti del Festival A Perfect Day troverete tutte le info al lui qui sotto.
Le prime voci ci furono a inizio anni 2000 ma poi non se ne fece nulla. Ci furono dei tour di reunion tra la fine degli anni '90 e primi 2000 ma dopo di quello il silenzio, o meglio le voci continuavano a correre ma in realtà non succedeva nulla. Poi a fine 2011 arrivò l'annuncio. I membri originali della band avrebbero inciso un nuovo disco a più di trent'anni dall'ultimo che avevano realizzato insieme.
Trentacinque per la precisione. Ozzy Osbourne, Tony Iommi e Geezer Butler era dal 1978 che non si ritrovavano insieme in studio, peccato solo per la defezione di Bill Ward(problemi contrattuali), sostituito alla batteria da Brad Wilk(Rage Against The Machine). La band si affida alle sapienti mani di Rick Rubin alla produzione(Metallica, AC/DC, Slayer, Aerosmith e tanti tanti altri.) per la realizzazione del 19° disco in studio, il primo dal 1995, e come detto a trentacinque dall'ultimo con i componenti originali.
Quando si mette in piedi un operazione del genere il rischio è altissimo. Attesa alle stelle da parte dei fan e degli addetti ai lavori, speculazioni sul fatto che si tratti solo di un operazione commerciale. Soprattutto quando sei tra i padri fondatori dell'Heavy Metal tutti si aspettano un lavoro all'altezza della tua storia. L'unico modo per smentire tutti è presentarsi con un disco degno del nome che porti.
Anticipato dall'ottimo singolo "God Is Dead?" arriva il nuovo lavoro dei Black Sabbath. Otto pezzi di quel Metal che ha reso famosa la band. La prima cosa che balza subito all'orecchio è che i tre hanno voglia di suonare insieme. Su tutti spicca un Tony Iommi in splendida forma e la voce di Ozzy risulta in buonissimo spolvero.
In alcuni passaggi del disco sembra di stare ascoltando uno dei loro primi album, con questo suono pesante e oscuro. Un disco che non vive di particolari picchi, ma che mantiene costante un livello piuttosto buono per tutti i 53 minuti che lo compongono. Tra tutti i pezzi, oltre la già citata "God Is Dead?", spicca "Damaged Soul" con i suoi 7 minuti in cui sembra davvero di essere tornati a quaranta anni fa.
Fare una reunion a distanza di tanto tempo è sempre un operazione complessa, se ne sono viste troppe in passato in cui il livello non era degno del nome della band. I Sabbath con questo disco faranno sicuramente contenti i milioni di fan che hanno sparsi per il mondo, ma è un disco che farà felici anche tutti gli appassionati di Heavy Metal che non fanno di Ozzy e compagnia la loro ragione di vita.