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venerdì 30 gennaio 2015

Recensione Warped - 23 and Beyond The Infinite - Sayonara

Warped – Intorno a me

Quando, prima di ascoltare un disco, leggo i comunicati di presentazione tendo sempre a farmi un'idea di quello che mi aspetta. Avendo letto Rap su un prodotto italiano la mia considerazione di questo album era scesa notevolmente, considerato come viene trattato il genere in Italia. Ma è bastata una traccia di questo Intorno a me per farmi tirare un sospiro di sollievo e farmi ricredere. Disco figlio del primi anni del 2000, prende spunto dalla scena Nu-metal ponendo però maggiormente l'accento sulle linee vocali più vicine al rap. Il tutto accompagnato da riff solidissimi e tecnicamente inappuntabili e condito da testi duri come da tradizione del vero rap.
Ottimo debutto per i Warped che mostrano come un genere che in lingua italiana non rende al meglio, invece può dare buoni risultati se trattato a dovere.



23 and Beyond The Infinite – Faces From The Ancient Gallery

La psichedelia sta tornando fortemente in voga. E in Italia a tenere alta la bandiera di un genere fondamentale per la storia della musica abbiamo questi quattro ragazzi che vengono da Benevento. In questo Faces From The Ancient Gallery percorrono un viaggio a ritroso da sonorità più moderne andando via via più indietro a riscoprire suoni, riff e assoli molto anni '60. E hanno la capacità di condensare il tutto in una forma canzone abbastanza breve, andandosi a perdere poco in dilatazioni temporali spesso tra i peggiori difetti delle band che affrontano questo genere.
I 23 and Beyond The Infinite regalano un disco in cui è facile perdersi in viaggi onirici, hanno la capacità di far spegnere il cervello e fare in modo che sia la musica a guidare, che in fin dei conti è il vero scopo della musica. 


Sayonara - Sayonara

Debutto solista per Il Lorenz che con questo primo lavoro va a ripercorrere, in una sorta di opera rock, uno dei periodi più prolifici della musica statunitense, quell'inizio degli anni '90 che hanno cambiato per sempre la musica venuta dopo. Suoni Grunge ( Rockers), Stoner ( Holy Makers, Ayahuasca!), ma il pezzo che suona decisamente meglio è Same Semen in cui Lorenzo Farolfi riesce ad alternare un andatura psichedelica con esplosioni che ricordano molto da vicino i Nirvana.
Sayonara è un disco che vive di citazioni, e forse ne è anche il peggior difetto. Tutto suona come già sentito e non c'è nulla di nuovo, anche se è confezionato alla perfezione. Le doti e le capacità non mancano ma forse sarebbe il caso di trovare uno stile più personale, visto che di talento ne Il Lorenz se ne vede parecchio.

martedì 27 gennaio 2015

Recensione Verdena - Endkadenz Vol.1

La lingua inglese ogni tanto agevola il lavoro, riesce a riassumere concetti in una singola parola. Per i Verdena la parola che ci serve è Hype. Ogni qualvolta esca una semplice notizia su possibili pubblicazioni della band bergamasca, si scatena l'inferno nell'ambiente della musica alternativa italiana. E il motivo è semplice. Sono la più grande Rock band italiana. E non per la loro musica, o meglio non solo, ma per il modo che hanno di porsi nel panorama musicale italiano. Loro vanno per la loro strada, quasi fregandosene di quello che li circonda, e non sono molte le band che nel nostro paese possono permettersi questo atteggiamento. Ma loro possono dall'alto di una carriera scintillante, che li ha portati ai massimi livelli del rock nostrano.
Ed eccoli ripresentarsi a quattro anni di distanza dall'ultimo Wow, con questo nuovo Endkadenz Vol.1, prima parte delle loro nuove composizioni, con la seconda che vedrà la luce tra qualche mese per scelta della casa discografica, che non ha pubblicato in un unica volta i ventisette brani incisi dalla band lombarda. Ed è qua che esce lo stile dei Verdena, in queste scelte. Dopo il successo di Wow, sia di pubblico che di critica, avrebbero potuto proseguire su quella strada, invece eccoli presentarsi con un nuovo doppio album che di questi tempi è una rarità assoluta.
Ma è dal punto di vista musicale che le scelte dei Verdena impongono il loro stile. E se il primo singolo estratto, Un po' esageri, aveva lasciato interdetti per un suono orientato quasi al pop, già con il primo brano di questo Endkadenz vol.1 ( Ho una fissa) ecco ritornare quelle chitarre quasi stoner, che sembrano essere un trait d'union tra il precedente album e questo. Ma già da Puzzle le sorprese sono dietro l'angolo, con le trame intricate tra piano e chitarre, in cui Alberto Ferrari mostra grande maturità compositiva. E una ricercatezza che si è sempre evoluta nella loro discografia e non accenna ad arrestarsi. Perché da qui inizia un percorso in stili e generi che si muove tra ballate ( Nevischio, Vivere di Conseguenza) e chitarre che tornano a farsi acide ( Rilievo, Inno del Perdersi), suoni vicini all'Industrial (Derek) fino a una suite finale elettronica e drammatica. Un totale di tredici brani che inneggiano al Lo-fi ma che in fondo non lo sono per nulla, visto il lavoro che viene fatto su ogni singola canzone.


In attesa del secondo volume di questa nuovo epopea musicale, i Verdena spiegano una volta di più la tanta attesa nei loro confronti. Più che davanti a un disco ci si trova davanti a un'esperienza musicale totale, in cui perdersi in ripetuti ascolti. Ma che devono essere attenti e meticolosi, per non perdersi neanche una sfumatura di questo lavoro immenso.

mercoledì 21 gennaio 2015

Recensione España Circo Este - La Revolucion Del'Amor

Arrivare al primo disco intero con uno stuolo di fans già ampio e numeroso, non è impresa da tutti.Gli España Circo Este ci riescono, forti di una base di affezionati creatasi in anni e anni di live in giro per l'Italia e oltre. Dopo due EP, arriva il primo lavoro completo, La Revoluciòn Del'Amor.

E il titolo è esplicativo di tutto il senso dell'album, rivoluzionarsi per amore. Si parla di un uomo che andrà a cambiare la propria vita per amore di una donna. E lo raccontano con lo stile che li ha resi celebri dal vivo. Un po' Tinturia, un po' Gogol Bordello, un po' quello che viene etichettato come Tango-Punk. Dieci traccie allegre, solari, in cui lo scopo principale è quello di far divertire e divertirsi loro stessi nel suonarle. E ci riescono perfettamente a divertire chi ascolta La Revoluciòn Del'Amor, anche se forse non riescono a portare appieno nel disco la loro grande energia che riescono a esprimere dal vivo.


Che la dimensione migliore per gli España Circo Este sia quella davanti al proprio pubblico è poco ma sicuro. Mettere su disco le stesse emozioni e sensazioni che si provano ai loro concerti era francamente impossibile, ma la band fa un buon lavoro, riuscendo a divertire e ballare anche senza averli su un palco. 

giovedì 8 gennaio 2015

Recensione Cristina Nico - Mandibole

Disincanto. Questo è il termine che meglio descrive questo inizio di secolo. Ed è uno dei temi tra i più gettonati da parte dei cantautori nostrani. La musica è sempre stato uno strumento indispensabile per combattere gli stati d'animo più duri che la vita ci offre. E Cristina Nico di questo canta. Di una generazione che ha perso la fiducia nel futuro, in un mondo pieno di “Cose necessarie ma inutilidi cui non riusciamo più a fare a meno.
E il tutto viene cantato con uno stile minimale, in cui si passa da suoni che accompagnano la voce a momenti in cui esplode per dare forza a dei brani più potenti di suo. Perché la vera forza di questo Mandibole, album di debutto della cantautrice ligure, sta tutto nella voce e nei testi scritti da Cristina Nico. Parole ispirate e poetiche ma non messe lì solo per far bella figura, ma dirette e semplici per arrivare a tutti.


Un lavoro decisamente valido che porta alla ribalta un'artista decisamente interessante. Una cantautrice che dimostra come la musica sia il modo più diretto per descrivere appieno la realtà che viviamo. E di artisti di questo tipo ne abbiamo sempre più bisogno.