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venerdì 7 giugno 2013
LA MUSICA AI TEMPI DELLE COVER
Saper fare una cover non è da tutti.
Ma tutti ci provano. Ma non tutti ci riescono. Le discussioni su
quale sia la miglior cover di sempre potrebbero durare mesi, senza
riuscire a dare una risposta definitiva. Rispetto a una canzone
inedita, la cover avrà sempre sulle spalle il peso della versione
originale, o delle cover precedenti. E allora perché tutte le band,
chi prima chi dopo, si inerpicano per un percorso così tortuoso che
spesso porta solo a critiche(Nella maggior parte dei casi)?
Le motivazioni possono essere le più
disparate, da voglia di emulazione a un omaggio a artisti che hanno
influenzato la crescita di un'artista, fino al solo scopo
commerciale.
Specialmente per quel che riguarda
l'ultimo aspetto in Italia siamo espertissimi in questo, visto che
molti dei gruppi nati tra gli anni '60 e '70 altro non facevano che
prendere dei successi americani o inglese, tradurre o modificare il
testo e vendere tante copie. Purtroppo il nostro mercato musicale
chiedeva questo e a quest'operazione si sono dovuti sottoporre anche
artisti stranieri quando ancora non erano al massimo della loro fama.
Esempio lampante David Bowie, quando ancora non era Ziggy Stardust o
il Duca Bianco, ai tempi di Space Oddity gli venne cambiato il testo
dell'omonima canzone, testo scritto da Mogol, e quindi da una storia
di un astronauta che vagava perso nello spazio in Italia ci siamo
ritrovati “Ragazzo Solo, Ragazza Sola” la classica canzone
d'amore che al pubblico italiano non dispiacciono mai. Oppure erano
gli artisti italiani a eseguire le cover tradotte, Pregherò
di Celentano è l'italianizzazione di Stand By Me di Ben E.
King(Poi coverizzata da numerosi altri artisti tra cui John Lennon)
oppure Sognando la California dei Dik Dik altro non è che la
traduzione del successo California Dreamin' dei Mamas and
Papas. Ma gli esempi potrebbero essere centinaia sempre rovistando
tra il Pop e Beat italiano anni '60.
Quando si parla di cover non bisogna
mai dimenticarsi che la maggior parte delle band ai loro albori hanno
iniziato suonando pezzi di altri artisti prima di cominciare a
comporre i propri. I Beatles e i Rolling Stones nei loro dischi
d'esordio propongono principalmente cover di vecchi blues e R&B.
Gli Stones nel loro disco d'esordio arrivano a proporre nove cover su
dodici canzoni. Ovviamente erano canzoni che i gruppi proponevano dal
vivo già da tempo, su cui si sentivano rodati tanto da inciderle nei
loro album, erano canzoni che ascoltavano e amavano e da cui sono
stati ispirati nell'inizio della loro carriera, prima di prendere
altre vie musicali. Anche Jimy Hendrix arrivò al successo con una
cover. Hey Joe il suo primo singolo è una cover della omonima
canzone del 1961 di Billy Roberts, cantautore americano molto
apprezzato dal chitarrista di Seattle. Anche in questo caso si tratta
di un omaggio a chi è stato fonte d'ispirazione
Ma cosa fa di una canzone quella adatta
per essere riproposta da un gruppo? Chi ascoltando una canzone
migliaia di volte non ha pensato : “Questa avrei potuta scriverla
io!”. Credo sia anche il pensiero che accompagna molti musicisti
quando decidono di fare una cover. Mi rifaccio alle parole di
Francesco Guccini durante un suo concerto prima di eseguire Luci a
San Siro di Vecchioni:
“Delle
volte non si dice che una canzone di un collega o di un amico è
bella o brutta ecc. Delle volte si dice Perché non l'ho scritta
io?.”
Il senso è che probabilmente qualcuno
ha detto la stessa cosa che avresti voluto dire tu, di conseguenza
vai a utilizzare quello che ha fatto un altro prima di te, magari
mettendoci del tuo. Ma saper fare una cover è anche una forma
d'arte, molto diversa anche dal comporre una canzone ex novo. Devi
decidere se riproporre la canzone tale e quale all'originale oppure
andare a stravolgerla, a renderla completamente un'altra canzone. È
il secondo caso quello che di solito provoca le reazione più estreme
da parte dei fan. Si può venir considerati dei geni oppure si può
essere additati come presuntuosi per aver osato tanto, fino ad
arrivare in alcuni casi a essere accusati di lesa maestà se il pezzo
che si è rifatto era di un grande artista. Numerosi sono i casi di
brani riproposti da artisti che non avevano niente a che vedere,
musicalmente parlando, con l'originale. Si può citare
tranquillamente Marilyn Manson con la sua versione di Sweet Dreams
(Eurythmics), ha preso un pezzo
pop tendende all'elettronica per farne una versione Heavy. Molto
simile il caso di Knocking on Heaven Door di
Bob Dylan, pezzo cantautoriale per eccellenza riportato al successo
in chiave Hard Rock dai Gun's N'Roses a venti anni dall'originale. Un
esempio ancora più eclatante ci fu nel 1986 in cui i Run DMC
decisero di coverizzare il pezzo del 1975 degli Aerosmith
Walk This Way. Fu un passaggio
importantissimo nella storia della musica recente, in quanto primo
caso in cui Rap e Rock andavano a incontrarsi nello stesso pezzo,
anche se non è proprio definibile cover in quanto gli stessi
Aerosmith presero parte alla realizzazione del pezzo.
Ma non
è finita qui. Ci sono situazione in cui alla cover viene dato quella
marcia in più dall'artista che la va a proporre. Magari aggiungendo
un emozione, un sentimento che lasciano la canzone così com'è in
termini tecnici ma regalandole tutto un altro sapore. Come non citare
Hallelujah di Jeff
Buckley. Partendo dal presupposto che Hallelujah di
Leonard Cohen (la versione originale) è stata coverizzata, stando a
delle stime recenti 180 volte da artisti diversi(superata forse solo
da Over The Rainbow), tutti ricordano la versione del 1994 del
prematuramente scomparso Jeff Buckley. Il cantautore figlio di Tim
Buckley ha aggiunto a un pezzo già ottimo, la sua voce straordinaria
e un tocco di malinconia che l'ha fatta entrare nel cuore di tutti
coloro che l'ascoltano.
Per il
film Donnie Darko venne presa a prestito Mad World
dei Tears For Fears. Un altro pezzo elettro-pop venne capovolto in
una struggente ballata a opera del semisconosciuto Gary Jules. Anche
in questo caso ci troviamo davanti a una cover che può essere
considerata migliore della versione originale(mio modestissimo
parere).
Per
fare da contraltare a tutto questo potrei mettere sul piatto della
bilancia migliaia e migliaia di cover da cestinare immediatamente.
Basterebbe vedere una puntata di un talent show(sceglietene uno
qualsiasi), per trovare storpiature di canzoni favolose. Ma vorrei
proporvi un caso diverso. Cover suonate magnificamente ma che non
portano nulla a chi le ascolta.
Esistono
band che tecnicamente sono magnifiche, superiori a chiunque altro nel
modo di suonare, che ogni tanto azzardano delle cover. Sono
facilmente reperibili due Bootleg dei Dream Theater
in cui la band americana ripropone dal vivo per intero Master Of
Puppets dei Metallica
e The Dark Side Of The Moon dei Pink
Floyd.
Tecnicamente nulla da eccepire sull'esecuzione di Petrucci e soci, ma
in queste cover manca tutto, manca l'anima, manca tutta la passione
che avevano messo gli altri gruppi nell'esecuzione originale. Si
riduce tutto a un mero esercizio di tecnica.
Alcuni artisti nel corso della loro
carriera, specialmente in fase avanzata si sono dedicati soprattutto
a brani di altri artisti, vuoi per l'avanzare dell'età, vuoi per
delle idee che venivano meno ma spesso trattandosi di artisti
straordinari il risultato è stato ottimo. Anche in questo caso porto
un paio di esempi. In Italia abbiamo
Franco Battiato che ha proposto
addirittura tre dischi di sole cover (Fleurs, Fleurs 2, Fleurs 3) in
cui il cantautore siciliano proponeva cover sia italiane che
straniere con risultati abbastanza buoni. Un artista che nel finale
della sua carriera si è dedicato alla riproposizione di brani altrui
è stato Johnny Cash. Il cantante country ha riproposto brani di
artisti molto lontani dalla sua concezione musicale, ma lo ha fatto
con una raffinatezza artistica che ha fatto ricredere pure i più
scettici sulle sue doti artistiche. È passato dagli U2(One) a Bob
Marley (Redemption Song in coppia con Joe Strummer) fino a arrivare
ai Nine Inch Nails(Hurt).
Quindi perché un'artista decide di
realizzare una cover? I motivi come abbiamo visto sono molteplici, io
tendo sempre a non credere nelle operazioni commerciali volte a un
riscontro economico. Spero sempre che si tratti di omaggiare
un'artista o una canzone a cui si è legati e provare a confrontarsi con un'opera già creata e vedere se si è in grado di fare meglio. Sperando che la musica nel futuro ci regali sempre cover migliori, a dispetto di tutte le classifiche su quale sia la migliore, vi offro quella che secondo me è la più meritevole.
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