A poco più di
tre anni di distanza dal precedente Il Primo Lunedì del Mondo,
arriva il sesto disco della band
livornese Virginiana Miller. Venga il Regno arriva
nei negozi trascinata dal successo del brano Tutti I Santi
Giorni, brano presente
nell'omonimo film di Virzì che ha fruttato alla band anche un David
di Donatello come miglior canzone originale in un film.
Fin
dai loro esordi, ormai più di quindici anni fa, i Virginiana Miller
si sono sempre contraddistinti come una delle band più colte ed
intellettuali del panorama indipendente italiano. Il che li ha
lasciati sempre un po' in una nicchia, non garantendogli il successo
che forse meritava già da qualche anno. Il pubblico più vasto era
forse spaventato dalle citazioni anche molto elevate che la band
toscana proponeva.
La
band ha forse capito la questione, oppure ha solo trovato una
serenità che li porta a scendere su un piano più basso per
avvicinarsi alla gente. Questo disco parla di amore e di bellezza, e
della strada che si compie per raggiungerli.
Undici
traccie per segnare un inversione di rotta rispetto al passato,
volendo anche avvicinandosi al pop più classico, ma non è un male
perché il risultato è un disco meno verboso rispetto ai precedenti,
e di conseguenza più leggero, non nel senso deteriore del termine ma
più fruibile dai più. Già le due canzoni che lo avevano
preannunciato, Tutti I Santi Giorni e
Una Bella Giornata,
mostravano un lato più solare rispetto al passato della band, e
seguivano quello che sarà il tema portante di tutto il disco, come
detto l'amore. Tema che si ripresenta già in apertura di disco con
Due che punta l'occhio
più sulla difficoltà nei rapporti. Ma rimane un concetto che
attraversa tutto il disco, passando per Pupilla e
Dal Blu.
Capitolo a parte lo meritano tre brani all'interno del disco. Lettera
Di San Paolo Agli Operai che sembra un'omaggio a De André già
dal titolo, con il suo affresco su un periodo come gli anni settanta.
Altro titolo che sembra arrivare direttamente da quegli anni è la
bellissima Anni Di Piombo anche questa parla dell'amore, ma
con una visione riportata all'epoca di quegli anni, con un
citazionismo degno dei passati di Lenzi e compagnia. La chiusura è
affidata alla quasi Sorrentiniana L'eternità di Roma, che
prova a descrivere la bellezza e la decadenza della nostra capitale.
Come detto un netto cambio di direzione rispetto ai primi cinque
lavori della band livornese, forse anche un taglio netto, che però
aprirà sicuramente ad un pubblico maggiore, visto che comunque è si
più leggero e avvicinabile rispetto al passato, ma mantiene un
livello qualitativo talmente elevato che sarà amato sia dai nuovi
che dai vecchi fan.
Tracklist
:
- Due
- Anni di Piombo
- Una Bella Giornata
- Pupilla
- Dal Blu
- Lettera di San Paolo Agli Operai
- Tutti i Santi Giorni
- Nel Recinto Dei Cani
- Effetti Speciali
- Chic
- L'Eternità di Roma
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