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martedì 17 settembre 2013

Recensione Virginiana Miller - Venga Il Regno

A poco più di tre anni di distanza dal precedente Il Primo Lunedì del Mondo, arriva il sesto disco della band livornese Virginiana Miller. Venga il Regno arriva nei negozi trascinata dal successo del brano Tutti I Santi Giorni, brano presente nell'omonimo film di Virzì che ha fruttato alla band anche un David di Donatello come miglior canzone originale in un film.


Fin dai loro esordi, ormai più di quindici anni fa, i Virginiana Miller si sono sempre contraddistinti come una delle band più colte ed intellettuali del panorama indipendente italiano. Il che li ha lasciati sempre un po' in una nicchia, non garantendogli il successo che forse meritava già da qualche anno. Il pubblico più vasto era forse spaventato dalle citazioni anche molto elevate che la band toscana proponeva.
La band ha forse capito la questione, oppure ha solo trovato una serenità che li porta a scendere su un piano più basso per avvicinarsi alla gente. Questo disco parla di amore e di bellezza, e della strada che si compie per raggiungerli.


Undici traccie per segnare un inversione di rotta rispetto al passato, volendo anche avvicinandosi al pop più classico, ma non è un male perché il risultato è un disco meno verboso rispetto ai precedenti, e di conseguenza più leggero, non nel senso deteriore del termine ma più fruibile dai più. Già le due canzoni che lo avevano preannunciato, Tutti I Santi Giorni e Una Bella Giornata, mostravano un lato più solare rispetto al passato della band, e seguivano quello che sarà il tema portante di tutto il disco, come detto l'amore. Tema che si ripresenta già in apertura di disco con Due che punta l'occhio più sulla difficoltà nei rapporti. Ma rimane un concetto che attraversa tutto il disco, passando per Pupilla e Dal Blu.
Capitolo a parte lo meritano tre brani all'interno del disco. Lettera Di San Paolo Agli Operai che sembra un'omaggio a De André già dal titolo, con il suo affresco su un periodo come gli anni settanta. Altro titolo che sembra arrivare direttamente da quegli anni è la bellissima Anni Di Piombo anche questa parla dell'amore, ma con una visione riportata all'epoca di quegli anni, con un citazionismo degno dei passati di Lenzi e compagnia. La chiusura è affidata alla quasi Sorrentiniana L'eternità di Roma, che prova a descrivere la bellezza e la decadenza della nostra capitale.


Come detto un netto cambio di direzione rispetto ai primi cinque lavori della band livornese, forse anche un taglio netto, che però aprirà sicuramente ad un pubblico maggiore, visto che comunque è si più leggero e avvicinabile rispetto al passato, ma mantiene un livello qualitativo talmente elevato che sarà amato sia dai nuovi che dai vecchi fan.


Tracklist :

  1. Due
  2. Anni di Piombo
  3. Una Bella Giornata
  4. Pupilla
  5. Dal Blu
  6. Lettera di San Paolo Agli Operai
  7. Tutti i Santi Giorni
  8. Nel Recinto Dei Cani
  9. Effetti Speciali
  10. Chic
  11. L'Eternità di Roma

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