Cosa hanno in comune
Emma, Giusy Ferreri, Alessandra Amoroso, Marco Mengoni, Justin
Bieber, Marco Carta, Valerio Scanu e gli One Direction?
La totale e assoluta
mancanza di gavetta alle spalle. Tutti “Artisti” venuti fuori da
talent show ( XFactor, Amici, American Idol e chi più ne ha più ne
metta ). Sono lo specchio più emblematico di una generazione che
sta crescendo, con la voglia di avere tutto e subito senza fare i
passi necessari per diventare grandi.
Nessuno sta qui a
giudicare il fatto che abbiano o meno talento, la critica è rivolta
al come si arriva al successo. Una volta i cantanti e le band che
volevano avere successo dovevano sopravvivere a migliaia di concerti
nelle peggiori bettole di tutto il mondo, con spesso il pubblico che
neanche li ascoltava. Ma in questo modo si forgiavano, si modellava
la loro musica e il loro carattere. Ora sono tutti prodotti di una
musica usa e getta, musica che se il primo singolo non va bene non
sei nessuno.
Tutti figli di un successo programmato. Vai in tv e ti viene creato un successo intorno, fatto di passaggi radio senza sosta, ospitate in tutti i programmi tv e di gossip creati ad arte solo per far parlare di te.
Ora basta presentarsi a un provino insieme ad altre migliaia di persone come te, con tre minuti convincere del tuo talento chi è preposto al giudizio, cantare una canzone a settimana per tre mesi, magari creare qualche polemica durante le trasmissioni ed avrai successo assicurato per gli anni a venire.
Emblematico è il caso di Justin Bieber e dei One Direction che sono arrivati a creare degli eserciti di ragazzine follemente innamorate di loro, pronte ad impazzire per qualsiasi gesto che gli stessi fanno, anche fosse sputargli addosso mentre sono lì in venerazione.
Ma non si tratta solo di un degrado a livello di comportamenti, si parla anche di un abbassamento immenso del livello della musica di oggi. Si parla tanto di musica Pop, ma una volta il genere era rappresentato da artisti che rispetto a quelli di oggi sono da considerarsi dei geni. Non serve citare un Michael Jackson che è stata la sublimazione del Pop, ma basta pensare a gruppi come gli Smiths che hanno elevato il Pop ad arte. C'era tutto un lavoro dietro, sia di composizione che di ricercatezza che ora non sembra più esistere. Si ragionava in grande proponendo dischi di livello alto e tecnicamente perfetti, mentre ora ci viene proposto un singolo ogni dieci giorni per cavalcare il momentaneo successo, e come detto se uno per caso non dovesse andare bene si finisce nel dimenticatoio. E risulta anche difficile sbagliare visto che alcuni artisti vengono fatti piacere per forza. Con i loro motivetti orecchiabili e leggeri, e con una propagazione quasi virale non si può fare a meno di sentirli in ogni istante.
Ma non c'è da spaventarsi, perché a fare da contraltare abbiamo una quantità elevatissima di artisti che ancora hanno un sogno e fanno di tutto per raggiungerlo. Si segue il percorso classico, ci si esibisce senza sosta in locali semivuoti per costruirsi una base di fan fedeli e devoti, e si sfrutta ogni occasione al massimo, sapendo che per chi viene dal basso le possibilità saranno molto poche. Sono lontani i tempi in cui veniva dato il tempo agli artisti anche di fallire prima di raggiungere un successo più che meritato. Sono lontani i tempi a cui a un Lucio Dalla venivano concessi sei dischi prima di sfondare, o a un Guccini che con i primi tre dischi aveva venduto un numero di copie esiguo ma veniva continuata a dargli fiducia perché si vedevano le capacità. Oggi a Rino Gaetano nessuno farebbe fare il secondo album dopo che il primo aveva venduto un numero minimo di copie. Ma gli esempi potrebbero essere molteplici anche a livello internazionale visto che di band nate con la gavetta ne abbiamo tantissime e probabilmente sono anche le migliori.
Ovviamente c'è poco da preoccuparsi perché nella musica ci sono sempre stati contrapposizioni di questo tipo, ma alla lunga fortunatamente il talento vince sempre ( almeno nella musica ). Il problema è che la nuova generazione che sta crescendo, non solo a livello musicale, sembra aver perso la voglia di ascoltare e approfondire, si fermano a livello superficiale e si accontentano di tutto quello che viene proposto senza domandarsi se sia quello che gli piace o no.
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