Eddie Vedder @ Parco delle Cascine, Firenze. Live Report
Salve Sig. Vedder,
Posso chiamarla Eddie? Dopo una rincorsa durata tanti, troppi, anni finalmente sono riuscito a incontrarla qualche giorno fa. Riuscire a vedere un concerto dei Pearl Jam ancora non mi è riuscito ma sono riuscito intanto a incontrare lei.
Sono solamente uno dei quaranta-cinquanta mila presenti al Parco delle Cascine sabato sera a vedere il suo show e volevo dirle qualcosa riguardo quelle due ore che è stato sul palcoscenico.
Di concerti nella mia vita ne ho visti tanti, forse troppi. Grandi, piccoli, stadi, palazzetti, locali dimenticati da Dio, piazze e chi più ne ha più ne metta. Ma sabato sera è stata una delle poche volte in cui non ho visto un concerto ma un uomo che raccontava la sua storia. Una storia fatta di momenti belli e brutti, cadute e risalite. Una storia in cui l'artista non dimentica gli amici e la moglie e si dona nudo al proprio pubblico. Più che un concerto ho visto un padre raccontare la sua vita ai propri figli ( piuttosto numerosi in questo caso) e ho visto questi figli ridere, piangere, ballare e gioire insieme al proprio genitore.
E forse è il secondo spettacolo nella mia vita in cui era così emotivamente coinvolto. Nonostante quella storia la conoscessi alla perfezione non ho potuto non commuovermi in alcuni passaggi, non ho potuto non ridere in altri. Quando lei ci ha raccontato di aver conosciuto sua moglie in Italia, noi ne siamo stati felici perché sapevamo che quel racconto non era un atto di piaggeria nei nostri confronti, ma solo una parte di quella storia. E quando a inizio show ci ha fatto notare che quello fosse il suo concerto solista con più gente, si vedeva come la sua emozione fosse reale.
Non c'era la scenografia delle grandi occasioni, non ha puntato alla forma ma alla sostanza. Anche quando il troppo vino in corpo le faceva lasciare le frasi a metà o le faceva mandare a fare in culo la chitarra perché aveva sbagliato due accordi. E quando ha voluto ricordare l'amico da poco andato via non lo ha fatto in maniera spettacolare. Due frasi, una Black mai così bella, e quelle due parole finali che non uscivano, quel “Come Back” strozzato in gola è valso più di mille discorsi. E guardandomi intorno mi sono reso conto che non ero l'unico con le lacrime agli occhi in quel preciso istante.
E sembra aver gradito anche qualcun altro (non chiedetemi chi sia) che proprio alla fine di quella che lei ha definito la più bella canzone mai scritta ( Imagine di John Lennon) ci ha mandato una stella cadente a sovrastare il palco, molto probabilmente era il suo di applauso.
Caro Eddie le ho scritto fin troppo, di certo a sproposito, ma non ero mai stato così emotivamente toccato da un concerto. E quando le emozioni sono troppe si rischia sempre di esagerare. Non penso mi ricapiterà di trovarmi insieme a cinquantamila persone che provavano tutte le stesse cose nello stesso momento, per questo volevo dirle solamente un'ultima cosa:
Grazie
Eddie Vedder @ Parco delle Cascine, Firenze. Live Report
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Leggo ciò che scrivi e... tornano i brividi di quel giorno....che concerto, che artista, che uomo!
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