Recensione Fabi Silvestri Gazzè - Il Padrone Della Festa
La
“Scuola Romana” degli anni '90 è ormai un punto fermo della
musica italiana di questi anni. Tanti artisti che da ormai più di un
ventennio si dimostrano stima e non disdegnano collaborazioni. Ecco
perché quando vidi la notizia di un disco a tre Fabi, Silvestri e
Gazzè la cosa non mi
stupì più di tanto. Era forse solo questione di tempo, vista
l'amicizia che li lega ormai da tempo.
Dodici
brani, sei in trio, due di Fabi, tre
di Gazzè e uno di
Silvestri. In cui
ognuno porta il proprio stile e al propria unicità. E sono proprio i
sei pezzi in combinata che risultano essere i migliori del disco.
Nulla di nuovo, ma tre ottimi artisti che mettono al servizio l'uno
dell'altro la propria arte. E così ecco emergere la delicatezza di
Fabi, la stravanganza
di Silvestri e quel
tocco di sperimentazione portata da Gazzè.
L'inizio
del disco con Alzo le mani è
quasi una dichiarazione d'intenti ( Io
non suonerò mai così. Posso giocare, intrattenere, far tornare il
buonumore o lacrimare)
sullo spirito del disco. Una voglia di divertirsi tra amici e il
portare poi questo divertimento tra il pubblico quando questo lavoro
verrà portato in tour nelle prossime settimane.
Il
Padrone Della Festa è
di certo un lavoro ben riuscito, in cui tre tra i migliori cantautori
nostrani si uniscono per dar vita a qualcosa, si spera, di duraturo.
Non farà gridare al miracolo, ma un disco completo e vario, in cui
tutti e tre sembrano a loro agio con gli altri. E il fatto che le
parti migliori del disco siano quelle in cui sono insieme a comporre
dovrebbe farli pensare a qualcos'altro per il futuro.
Recensione Fabi Silvestri Gazzè - Il Padrone Della Festa
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