Recensione Fast Animals And Slow Kids - Alaska
I Fast Animals And Slow Kids sono
ormai una certezza nel panorama musicale italiano. I riconoscimenti e
il successo che stanno raccogliendo non è passato inosservato. Ecco
perché il
loro nuovo lavoro Alaska era
uno dei più attesi di questo 2014.
Fin
dal loro esordio discografico ormai datato 2010 i FASK
non
hanno fatto altro che urlarci tutta la loro rabbia di giovani che
vivono in questi anni difficili. Ecco, chi si aspettava un
cambiamento di rotta lasciasse perdere. I quattro musicisti perugini
continuano a pestare sugli strumenti come se il domani non esistesse.
E
iniziando a sentire Alaska il
dubbio che qualcosa fosse cambiato mi era venuto. La partenza
acustica di Overture,
con i suoi versi gracchiati più che cantati aveva fatto pensare a
qualcosa di diverso. Ma è durata due minuti. Per i successivi
trentacinque non c'è un attimo di tregua. I FASK
prendono
a pugni nello stomaco l'ascoltatore per quasi tutti e nove i restanti
brani. Un attimo di tregua ce lo concedono con Il
Vincente,
una ballata con tanto di piano, che però non fa altro che mettere in
mostra tutte le capacità di questa band, che si dimostra all'altezza
con un brano non proprio nelle loro corde. E il Gran
Final è
un'altra grande prova di talento, una lunga cavalcata in cui i FASK
sanno
rallentare per poi esplodere di nuovo per chiudere in bellezza.
Cos'altro
dire? Forse dal terzo disco ci si poteva aspettare un qualche tipo di
cambiamento o sperimentazione, ma perché farlo se sei bravissimo a
fare quello che sai fare? Questo deve esser stato il ragionamento
fatto dai FASK e
i fatti sono là a dargli ragione, visto che Alaska
se
possibile suona ancora più violento e arrabbiato dei loro precedenti
lavori.
Recensione Fast Animals And Slow Kids - Alaska
Reviewed by Unknown
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19:18
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