Recensione Tutte Le Cose Inutili - The Fence - Giovanni De Cillis
TUTTE LE COSE INUTILI – Dovremmo Essere Sempre Così
Il punk non è solo un modo di suonare
ma è soprattutto un modo di porsi e di comportarsi. Ecco, Tutte
le cose inutili hanno
l'atteggiamento del punk. Testi diretti, musica senza fronzoli, e una
sana voglia di dire le cose per come gli passano per la testa. E lo
fanno con un'ottima attitudine alla composizione, in cui nessuna
parola è banale ma sempre inserita alla perfezione nel contesto del
loro punk-cantautorale.
THE FENCE – 14
EP
Apertura
Beatlesiana ( All That Matters To Me), prosecuzione
su un pop molto orecchiabile ( Don't Be Sad)
per poi arrivare a una punta di elettronica che di questi tempi è
d'obbligo ( Nowhere Land).
Ma poi venir spiazzati da un tango inaspettato è bellissimo ( Shame)
e chiudere con un pezzo ( Run & Hide)
dai tratti epici e forse un po' troppo pomposi. C'è da dire che ai
The Fence non
manca la voglia di provare varie forme espressive, e c'è da dire
quasi tutte con ottimi risultati. In attesa di un lavoro più lungo
questo EP 14 è
decisamente un'ottima
prova
GIOVANNI
DE CILLIS – Dalle Vie Di Milano
Quattro
brani sono sempre troppo pochi per poter giudicare appieno un
artista. Giovanni De
Cillis ci offre una
semplicità, musicale e nei testi, che ci riporta a qualche decennio
fa, nel periodo di massimo splendore dei cantautori italiani. Una
chitarra, un po' di archi messi qua e là, il tutto appoggiato su
morbidi arpeggi. Con una sottile malinconia che non manca mai nei
cantautori nostrani. Anche se qua l'influenza della scuola francese
si sente con forza. Anche qua restiamo in attesa di un lavoro più
completo per poter giudicare, ma le basi sono più che discrete.
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