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Recensione Colapesce - Egomostro

Cantava Caparezza che “Il secondo album è sempre il più difficile, nella carriera di un artista”. Ecco se poi il primo disco ha avuto riconoscimenti in ogni dove, arrivando anche a vincere la targa Tenco come miglior opera prima, il successore è veramente il più difficile.
E se Un meraviglioso declino poteva essere considerato una sorta di concept sulla vita di una coppia, questo nuovo Egomostro può essere visto allo stesso modo, in cui però il tema centrale è l'Io. Quell'ego che può essere davvero un mostro, ma che è anche metafora del mondo in cui viviamo. Guardarsi dentro per analizzare al meglio l'esterno. E farlo con leggerezza e ironia degna dei grandi artisti.
Il tutto accompagnato da un tappeto elettronico che non va mai troppo a invadere il campo della particolarità della voce di Colapesce, che riesce nell'impresa di non essere troppo uguale al sé stesso ascoltato nel primo lavoro, mantenendo però i tratti peculiari del primo lavoro. Suoni ispirati da tonalità estere, un essere Pop senza però scadere mai nel banale. In pratica questo Egomostro è la naturale evoluzione di un'artista che in questi tre anni è cresciuto molto, musicalmente parlando.


Se doveva essere la prova del nove per Colapesce, questo Egomostro la supera alla grande, mostrando un artista maturo e sicuro di quello che fa. Che ci offre un ulteriore prova che la buona musica in Italia è possibile, basta volerla fare.  
Recensione Colapesce - Egomostro Recensione Colapesce - Egomostro Reviewed by Unknown on 01:15 Rating: 5

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