Musica al Cinema
Il legame tra cinema e musica è
sempre stato molto forte, quasi indissolubile. Ovviamente il cinema è
sempre alla ricerca di storie da raccontare e trova terreno molto
fertile nella storia della musica moderna, che ci ha regalato alcuni
personaggi incredibili, di cui vale la pena raccontare la storia.
Partiamo con tre tra i più famosi film che hanno portato sugli
schermi la vita di cantanti e band, ma proseguiremo anche con film
meno conosciuti ma non per questo meno belli.
The Doors
A vent'anni dalla morte di Jim Morrison, il regista Oliver Stone
decide di far rivivere il mito in una trasposizione cinematografica
della sua vita. Forte di un budget di 30 milioni di dollari e della
consulenza di tutti e tre i componenti vivi e della storica fidanzata
di Morrison, il regista prova un'impresa ardua, portare sullo schermo
la grandezza e la complessità di un personaggio come il Re
Lucertola. La scelta di Val Kilmer per interpretare Morrison (la
somiglianza è incredibile) è delle più azzeccate e l'attore ripaga
con una prova convincente, così come le prove di tutti gli altri
attori tra cui Meg Ryan nel ruolo di Pam.
Quello che non convince appieno è la scelta di Stone di come
raccontare la storia di uno dei gruppi più importanti della storia
della musica. Il regista si concentra totalmente sulla figura di Jim
Morrison, tralasciando completamente il resto del gruppo, se non a un
ruolo marginale. E anche concentrandosi sul cantante, non è che
Morrison ne esca così bene, visto che Stone preferisce concentrarsi
sul lato pubblico del cantante, facendolo passare per un semidio
alcolizzato che pensava solamente alla morte, lasciando da parte
completamente il lato artistico di Morrison, quello del poeta che ha
completamente rivoluzionato la storia del Rock. Non è un caso che
gli stessi componenti dei Doors si siano dissociati completamente
dalla ricostruzione che Stone ha fatto della loro storia.
Walk The Line
Nel 2005, a due soli anni dalla morte dei protagonisti, il regista
James Mangold (Cop Land, Ragazze Interrotte) decide di portare in
scena una parte della vita del cantante Country Johnny Cash.
Prendendo a prestito il titolo di uno dei più grandi successi del
cantante (tradotto miseramente in italiano in : Quando L'Amore Brucia
L'Anima) il regista ripercorre la parte iniziale della carriera di
Cash, dai primi successi alla discesa fino al ritorno a galla del
1968.
Dal punto di vista storico la storia è abbastanza fedele alla
realtà, apparte tutto quello che riguarda la storia con June Carter,
che per ovvie questioni cinematografiche è molto romanzata. La parte
migliore del film sono sicuramente le interpretazioni dei due
protagonisti, i pluripremiati Reese Winterspoon e Joaquin Phoenix.
Phoenix è meraviglioso nel riportare sullo schermo tutte le
insicurezze e i drammi interiori di Cash in una prova attoriale
memorabile. La loro prova è ancora più da sottolineare se si pensa
che hanno reinterpretato completamente tutte le canzoni presenti nel
film, che non risentono minimamente del cambio di interpreti.
Control
Anton Corbijn è stato un grandissimo fotografo prima, e un ottimo
regista di videoclip poi. Sempre legato a doppio filo con la musica,
ha scelto come opera prima di portare sullo schermo la storia di Ian
Curtis, cantante e fondatore dei Joy Division. La scelta è legata
proprio al legame tra il fotografo olandese e la band inglese,
protagonisti sia di servizi fotografici da parte di Corbijn sia in
seguito come New Order di videoclip girati sempre da lui. Basandosi
sul romanzo autobigrafico "Touching
From a Distance" scritto dalla vedova di Curtis, Corbijn
racconta l'ascesa al successo della band post-punk, successo che
Curtis non godrà mai a causa della sua prematura scomparsa.
La
scelta del regista del bianco e nero è ottima per avvicinare lo
spettatore ai toni della musica dei Joy Division. Il film è
concentrato unicamente sulla figura di Curtis, ruolo in cui l'attore
Sam Riley si cala profondamente, andando a ricreare alla perfezione
il personaggio, anche nei piccoli dettagli o nelle scene più dure. È
un film in cui si nota una grande delicatezza nel raccontarlo, quasi
a fare da contraltare alla musica della band inglese. Anche le scene
in cui si mette in risalto la malattia di Curtis (epilessia) o la sua
morte, sono trattate con i guanti da parte del regista, comportamento probabilmente dovuto anche all'amicizia che lo legava con il
cantante. A mio avviso uno dei migliori film sulla musica mai
realizzati.
Musica al Cinema
Reviewed by Unknown
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18:25
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