Recensione The Who - Tommy
Nel 1969 gli Who sono già sulla cresta
dell'onda a seguito di dischi come My Generation e
The Who Sell Out e
grazie alle loro incendiarie esibizioni dal vivo, che si concludevano
sempre con la distruzione degli strumenti sul palco.
Pete
Townshend inizia ad avere in mente una idea tra il folle e il
rivoluzionario. Narrare una storia in musica, la storia di un bambino
che a seguito della visione di un omicidio diventa sordo, cieco e
muto. Ventiquattro brani lungo la vita di questo ragazzo, dalla
nascita alla morte del padre per mano dell'amante della madre e al
conseguente isolamento dal mondo. Per passare poi al percorso per
tornare alla normalità, attraversando violenze familiari e cure più
o meno alternative. Il tutto per arrivare ad una libertà, almeno
apparente.
Il
disco è la prima vera Opera rock che il mondo ricordi. Il trattare
ogni brano come un pezzo di un puzzle fino a completarlo era una cosa
mai provata prima ma che ha cambiato per sempre la concezione del
disco come opera completa. E Tommy mette in grande evidenza anche le
capacità di ognuno di loro, andandoci a regalare dei capitoli che
saranno per sempre nella cultura popolare. Brani come Pinball
Wizard, Acid Queen, Go To The Mirror faranno
la fortuna degli Who negli anni a venire, ma anche di quelli che
riproporranno loro versioni degli stessi brani.
Un
pezzo di storia, nonché apice della carriera per la band inglese,
almeno per quel che riguarda la produzione con la formazione
originale. Sembra che tutti fossero ispirati al meglio, e il
risultato è un disco che porterà numerose band a creare altre opere
rock, tenendo però sempre a mente che il punto di partenza è
questo.
Recensione The Who - Tommy
Reviewed by Unknown
on
19:05
Rating:
Post a Comment