Recensione Beck - Morning Phase
Questo inizio di 2014 ci regala il
ritorno di Beck. Non che se ne fosse mai andato, visto che in questi sei
anni passati dall'ultimo lavoro in studio Modern Guilt
il cantautore californiano si è dedicato a tutto quello che si possa
fare in ambito musicale, tra produzioni, collaborazioni,
pubblicazione sporadica di singoli e addirittura la pubblicazione di
venti brani su libro sotto forma di spartiti.
Il
nome Beck può essere accostato senza timore alla parola
sperimentazione. Provare, tentare, cercare nuove vie non ha mai
spaventato l'artista californiano. Ma dopo sei anni di esperimenti
era anche ora di dare un seguito all'ultimo lavoro di inediti, ma
anche in questo caso Beck ci vuole stupire. E invece di proseguire con la strada
intrapresa nell'ultimo lavoro Modern Guilt
lui si guarda alle spalle e riprende dove aveva lasciato nel 2002 con
Sea Change. Richiama a
raccolta praticamente tutti i musicisti che lo supportavano all'epoca
e ci regala tredici nuovi brani che sono il naturale proseguimento di
un periodo interrotto da circa un decennio.
Se si
chiudono gli occhi mentre si ascolta Modern
Phase
sembra quasi di ascoltare un disco di Crosby, Stills And Nash o dei
Byrds, un folk rock che riporta agli anni '60 e '70, con qualche
richiamo Beatlesiano qua e là. Ma il maniacale perfezionismo
produttivo che ha sempre contraddistinto Beck permette che questi
suoni non suonino come vecchi o datati, ma anzi li troviamo ancora
molto attuali. E se continuiamo a tenere gli occhi chiusi ci sembra
di ascoltare proprio Beck, ma catapultato indietro di tanti anni.
Tra
ballate folk e richiami al passato Beck ci porta nel suo mondo,
offrendo un triste disincanto ci lascia sospesi senza sapere cosa
aspettarci dal futuro.
Una
critica che inizialmente può essere mossa a Morning
Phase
è che dai primi ascolti può suonare piatto e monocorde, senza veri
e propri picchi, ma continuandolo ad ascoltare ci si rende conto che
forse è proprio quello l'obiettivo di Beck, che non propone il
suo disco più innovativo, ma di certo uno dei più sentiti e privati
che abbia mai composto.
Recensione Beck - Morning Phase
Reviewed by Unknown
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18:59
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