Header AD

Recensione Afterhours - Folfiri o Folfox

Nell'ultimo mese e mezzo Manuel Agnelli è diventato l'artista di cui più si parla in Italia.
Era scontato che la decisione di prender parte a X Factor avrebbe fatto discutere, e il morigerato popolo del web non ha fatto mancare la propria reazione sdegnata. Quindi tra un “venduto” e un “ha fatto bene”, dalla prossima stagione televisiva Agnelli avrà modo di far parlare ancora di sé, vista anche l'innata capacità di non far nulla per risultare simpatico alle folle.
Gli Afterhours arrivano a questo nuovo disco dopo un periodo particolarmente difficile, tra cambi di formazione ( Fabio Rondanini e Stefano Pilia le new entry alla batteria e alla chitarra), ma soprattutto perdite dolorose che solo l'asse portante di questo nuovo Folfiri o Folfox.

Tu giurami che noi, non moriremo mai. Avevamo un patto io e te, ma l'hai tradito tu.”

Folfiri e Folfox, per chi non lo sapesse, sono nomi di due cicli chemioterapici. Cancro che ha portato via il padre di Agnelli e che è la base di partenza di questo undicesimo disco della band milanese. Un disco di rottura rispetto a tutto quello che la band ha prodotto in quasi tre decenni di carriera. Il disincanto di Padania è un lontano ricordo, così come la foga di Germi o Hai paura del buio? ( celebrato alla grande qualche tempo fa), per lasciare spazio a un misto di inquietudine e angoscia. Che già dall'apertura di Grande fanno capolino, soprattutto per quel che riguarda testi e cantano di Agnelli. Tanto pianoforte, tante chitarre acustiche, poche distorsioni. E spazio per qualche sperimentazione musicale a cui la band ci ha già abituato da qualche disco.

Appunto una rottura con il resto della discografia degli Afterhours. Ognuno il lutto lo elabora a proprio modo, Agnelli ha deciso di farlo in diciotto brani. Una rottura che è un pezzo che si incastra alla perfezione nel puzzle della produzione della band. E che farà storcere il naso ai fan degli Afterhours, che avevano già iniziato a protestare da un paio di dischi a questa parte. Ma Agnelli oltre a non far nulla per risultare simpatico, non fa neanche nulla per far volere popolare, ma fa quello che pensa sia il meglio per la sua band. E se non saranno tutti soddisfatti non penso gli causerà dei problemi, visto che questo lavoro è forse il più intimo tra tutti quelli che sono usciti dalla sua mente. E quello dall'impatto meno diretto. Quindi forse i fan che ora lo criticheranno saranno i primi a rivalutarlo, per quel che merita, tra qualche anno.


Recensione Afterhours - Folfiri o Folfox Recensione Afterhours - Folfiri o Folfox Reviewed by Unknown on 19:18 Rating: 5

Nessun commento