Recensione The Bastard Sons Of Dioniso - The Bastard Sons Of Dioniso
Dal secondo posto a X-Factor nel 2009
di tempo ne è passato per i tre ragazzi trentini. E ora a distanza
di tre anni da Per Non Fermarsi Mai arriva
il nuovo lavoro dei The Bastard Sons Of Dioniso.
I talent show non sono mai stato terreno fertile per il rock. Forse
perché il target verso cui sono rivolti non è fatto da chi ama
certa musica. Ma questi tre ragazzi conquistarono tutti, compreso il
sottoscritto, per il loro modo di fare musica, scanzonato e con
venature punk, ma soprattutto colpirono le loro doti musicali, doti
che li hanno portati ad aprire concerti di artisti come Green Day,
Robert Plant e Ben Harper. E se in quei primi anni era la voglia di
far festa quello che li spingeva a salire sul palco e fare casino,
ora li ritroviamo cresciuti e maturati.
Lo
stile è sempre quello, legato a doppio filo con il punk degli anni
'90, ma gli anni che passano hanno aggiunto un filo di amarezza nei
testi che in passato non trovavamo. E si cresce anche musicalmente e
quindi non stupiamoci di trovare degli archi ( Trincea
) o dei cori montanari ( Precipito )
sinonimo di una voglia di provare a fare qualcosa di diverso dal
solito. Ma anche quando restano su suoni a loro più familiari ci
dimostrano ancora una volta di essere una realtà importante nel
nostro paese.
Un lavoro solidissimo, prodotto ottimamente e suonato alla perfezione
per una band che nonostante il clamore provocato dalla loro
improvvisa popolarità ha dimostrato che non c'è bisogno di scendere
a compromessi per realizzare un sogno.
Recensione The Bastard Sons Of Dioniso - The Bastard Sons Of Dioniso
Reviewed by Unknown
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