Recensione Great Lake Swimmers - A Forest Of Arms
Territori sconfinati, natura selvaggia,
specchi d'acqua che sembrano infiniti. Questo è il ricordo che ho di
quei due giorni passati in Canada. E la colonna sonora ideale di quei
giorni sarebbe stata di certo la musica dei Great Lake Swimmers,
se solo all'epoca fossero
esistiti. Ora arriva il loro sesto album in studio, A
Forest of Arms
successore di New Wild Everywhere del
2012.
Sono
parecchie le band che cercano di rispecchiare la tradizione della
propria terra, ma poche riescono a fornire le sensazioni che una
terra riesce a darti. Tony
Dekker e
compagni riescono a donare con i loro suoni tutte le emozioni e le
inquietudini che quei che quella terra riesce ad offrire. I suoni
sono quelli di sempre, non variano molto dallo spartito composto con
i precedenti lavori, ma il tutto viene fatto con un eleganza che non
può non lasciare affascinati.
Sonorità
folk ( Something
Like a Storm, A Bird Flew Inside The House),
momenti più riflessivi ( Don't
Leave Me Hanging, I Was a Wayward Pastel Bay, Expecting You),
archi che fanno capolino qua e là ( One
More Charge At The Red Cape)
il tutto pervaso da un fondo di malinconia tipica di chi in quelle
lande infinite ci è nato e cresciuto. The
Great Bear
è una piccola perla all'interno di un disco comunque di buonissimo
livello.
Lasciare
la strada vecchia può essere un rischio. Rischio che non decidono di
correre i Great
Lake Swimmers
e probabilmente fanno bene. Difficilmente si trovano band che
arrivate al sesto disco non ne hanno sbagliato neanche uno, e
riescono a non sbagliare neanche con questo A
Forest of Arms.
Forse non una pietra miliare nella storia della musica, ma un lavoro
che mantiene in alto l'asticella di questa band.
Recensione Great Lake Swimmers - A Forest Of Arms
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