Recensione Motorhead - Aftershock
Ventunesimo disco in studio per Lemmy e compagni, una delle band
di culto nel mondo dell'Heavy Metal. Questo Aftershock arriva
tre anni dopo The World is Yours del
2010 e dopo l'annullamento di parecchie tappe dell'ultimo tour
mondiale a causa di problemi di salute del cantante e bassista della
band.
È difficilissimo parlare di una band
che ha dato il meglio di se stessa circa trent'anni fa ma che non è
mai possibile criticarla nel senso stretto del termine. I Motorhead
sono inattaccabili e Lemmy è ormai un idolo a livello mondiale, il
che concede a lui e alla band uno status di icone ormai
inaffondabili.
Il disco fin dalla prima traccia, la
potentissima Heartbreaker, si dimostra quello che ci si
aspettava dalla band inglese, cioè un disco dei Motorhead. Il tutto
suonerà già sentito, nessuna novità rispetto al passato, insomma
l'ennesima copia di tutti gli ultimi dischi di Lemmy. Soliti riff,
soliti suoni, solita voce trascinata di Lemmy, e un altro tentativo
di replicare Ace Of Spades, tentativo
fallito con Queen Of
The Damned. Da
segnalare il blues di Lost
Woman Blues che
probabilmente si rivela la traccia migliore del disco, ma anche End
Of Time è degna di
nota.
E
se ci troviamo davanti alla solita ripetizione dei dischi dei
Motorhead perché si dovrebbe ascoltare questo disco? Per i motivi
citati prima, Lemmy è un'icona che merita comunque rispetto, i riff
sono sempre i soliti ma sono potenti e veloci come in passato, è un
disco che sa di essere non perfetto e non pretende ascolti ripetuti
ed approfonditi, ma è un ascolto facile, quarantacinque minuti da
passare in compagnia di una delle più famose band Metal che non
pretende di insegnarci nulla.
Tracklist :
- Heartbreaker
- Coup De Grace
- Lost Woman
Blues
- End Of Time
- Do You
Believe
- Death Machine
- Dust And
Glass
- Going To
Mexico
- Silence When
You Speak To Me
- Crying Shame
- Queen Of The
Damned
- Knife
- Keep Your
Powder Dry
- Paralyzed
Recensione Motorhead - Aftershock
Reviewed by Unknown
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12:37
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