Recensione Pierpaolo Capovilla - Obtorto Collo
Obtorto Collo è
un locuzione latina utilizzata per indicare qualcosa che accettiamo
nostro malgrado. Ed è un tema molto ricorrente nei testi di
Pierpaolo Capovilla, l'accettazione
di una natura umana quasi sempre deludente. E in questo suo primo
lavoro da solista questo sentimento è ancor più accentuato rispetto
ai precedenti lavori del cantante veneziano, che si presenta per la
prima volta senza le proprie band alle spalle ma si mette in proprio.
Questa assenza dei
compagni di avventura gli permette di esprimersi in maniera del tutto
diversa rispetto a quello che siamo abituati a sentire da lui.
Bisogna dimenticarsi di chi è e del suo background musicale e
ascoltare questo disco come una vera e propria opera prima. È un
disco parlato più che cantato, che unito al suono scelto da
Capovilla, lo fa risultare un disco molto vicino agli
chansonnier francesi come idea ma ovviamente ringiovanito e più
attuale a livello musicale. Abbiamo aperture al pop e un tocco di
elettronica, l'indie che ha reso celebre Capovilla in tutta
Italia viene totalmente accantonato e il vero protagonista risulta
essere lui.
Il leader del
Teatro Degli Orrori punta tutto sulle sue doti più riconosciute, il
suo carisma, la sua interpretazione dei brani e i suoi testi. E anche
qui troviamo una sorta di cambiamento rispetto al passato. Abbiamo
sempre storie di personaggi ai margini ( Irene, Ottantadue Ore
) ma c'è una maggiore concentrazione sull'animo umano, probabilmente
proprio quello di Capovilla, che ne fanno un'opera con lunghi
tratti autobiografici. E per andare a colpire nel fondo l'animo non
bastano le parole, ma è importante anche il modo in cui vengono
dette, ed è qui che eccelle il cantante veneziano. Interpretazioni
drammatiche e sofferte sono la linea portante di questo disco, in cui
a Capovilla basta porre l'accento su una singola parola per
dare un senso totalmente diverso al brano.
Se voleva
staccarsi un po' della solita musica per cui lo conosciamo c'è
riuscito alla perfezione. Il risultato è un disco difficile e crudo,
ma anche intensissimo e toccante, come nel solito stile di Capovilla.
Forse i fans del Teatro Degli Orrori resteranno un po' interdetti
nell'ascoltarlo, ma se dopo il primo ascolto andranno avanti
scopriranno una piccola opera d'arte che offre spunti in ogni singolo
momento.
Recensione Pierpaolo Capovilla - Obtorto Collo
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