Recensione Elio e Le Storie Tese - L'Album Biango
A tre mesi dai fasti sanremesi Elio e compagnia tornano a pubblicare un disco a cinque anni di distanza da "Studentessi". Attesa lunga dovuta soprattutto ai tanti impegni dei membri del gruppo in altri progetti, non per forza musicali. La partecipazione ai programmi di Serena Dandini (Parla con me, The Show Must go Off), Elio giudice di Xfactor, le collaborazione con Radio Deejay, addirittura Faso commentatore di Baseball per Sky Sport…In questi anni non sono stati proprio a riposo.
Come ogni disco degli Elii è un susseguirsi di citazioni, omaggi e riferimenti ad altre opere e artisti che per capire il tutto bisognerebbe ascoltare ogni traccia più e più volte fino a cogliere ogni piccola sfaccettatura. In questo caso si parte già dal titolo dell'album e dalla copertina chiaro riferimento al "White Album" dei Beatles.
Dopo l'intro della "Televisione Russa" che altro non è che un estratto di un servizio di un TG russo sul festival di Sanremo, si procede proprio con i due pezzi proposti a febbraio a Sanremo. "La Canzone Mononota" è stata studiata, analizzata e osannata da tutti. Con un DO gli Elii hanno proposto la più grande beffa mai messa in piedi sul palco dell'Ariston, Tra citazioni Zappiane (Cambi di tempo e ritmo) passaggi dal samba all'inno cubano passando per la musica classica, Elio e soci hanno proposto un qualcosa che difficilmente rivedremo mai al Festival.
"Dannati Forever" è stata messa in ombra dall'altro pezzo proposto ma è sicuramente meritevole di attenzione. Con questo brano Elio non risparmia una forte critica alla società italiana(soprattutto politica). Con "Il Ritmo della Sala Prove" il gruppo racconta le peripezie dei giovani musicisti nel iniziare a fare musica, dal trovare un bassista a cercare di creare una sala prove in garage.
Con "Enlarge Your Penis" (Introdotta da "Lettere dal WWW") e "Lampo" Elio da una visione sul mondo tecnologico in cui viviamo, dallo Spam che riceviamo quotidianamente via mail, alla moda che si è andata espandendo soprattuto in tempi di Smartphone/Social Network di fotografare e mettere online qualsiasi cosa ci si pari davanti. Non poteva mancare anche in questo disco una storia surreale in questo caso "Luigi il Pugilista" in cui il gruppo mette in musica l'antica regola secondo cui non si picchia a quello con gli occhiali.
"Amore Amorissimo" è un omaggio alla musica italiana di una volta, Modugno su tutti, con un arrangiamento quasi swing. Canzone non del tutto inedita visto che il gruppo l'aveva donata a Fiorello per il suo ultimo programma. Le due canzoni successive, la strumentale "Reggia(Base per Altezza)" e "Come gli Area" sono un tributo sia nelle sonorità che nel testo al gruppo di Demetrio Stratos.
Il disco si va a chiudere con quello che è il punto più alto dell'opera. Introdotta da "A piazza San Giovanni" cantata da Eugenio Finardi, "Il Complesso del Primo Maggio" è una divertente invettiva contro il concerto dei sindacati, alla musica che viene proposta, agli artisti che presenziano, alla musica balcanica che rompe i coglioni, alla musica salentina, ai percussionisti ghanesi, alla musica folk dialettale (identificata in Davide Van De Sfroos). Anche in questo pezzo citazione nel riff finale che è quello di "We Will Rock You" (May=Maggio). Una vendetta che probabilmente Elio covava dalla famosa censura del 1991, la band venne oscurata durante l'esecuzione di "Sabbiature" in cui stavano facendo i nomi di tutti i politici coinvolti nello scandalo di Mani Pulite.
Consiglio a tutti di non fermare la riproduzione al termine dell'ultimo brano perché il disco contiene una ghost track che merita di essere ascoltata, senza entrare nei dettagli per non rovinare la sorpresa.
Da sottolineare come sempre gli intermezzi tra le varie canzoni in particolare quello in apertura di "Luigi il Pugilista" e l'intro di "Amore Amorissimo" in cui Fiorello rende il favore alla band.
Disco ottimamente eseguito dal gruppo milanese, sicuramente non il migliore della loro carriera ma di certo un passo in avanti rispetto all'ultimo "Studentessi". Suonato alla grandissima, ma questo non è mai stato in discussione, e con una ritrovata verve ironica e irriverente che ha sempre contraddistinto il gruppo.
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