Johnny Cash - The Man In Black
Non si
dovrebbe mai cominciare a raccontare una storia dalla metà della
stessa. Normalmente si parte dall'inizio, in alcuni casi dalla fine,
ma è complicato partire dalla metà. Ma in certi casi è possibile
se come in questa situazione oltre alla nascita dell'artista, abbiamo
anche la Rinascita dello stesso.
Gennaio
1968, California, Carcere di Folsom. Johnny Cash accompagnato dai
suoi fedeli Tennessee Three, la futura moglie June Carter e Carl
Perkins si esibiscono davanti a un pubblico di carcerati, perlopiù
ergastolani, in un concerto voluto fortemente dallo stesso Cash.
Quello era il suo pubblico, quelli per cui lui aveva sempre scritto,
a partire dal primo singolo Cry Cry Cry. È la svolta
nella carriera di Johnny, dopo anni di peripezie tornava a fare
musica e tornava dove e come voleva farlo lui.
Ma per
esserci una risalita, deve esserci stata anche una discesa. E per
scendere devi prima essere arrivato in cima. Johnny in cima ci era
arrivato anche abbastanza agevolmente. L'inizio di carriera era stato
fantastico, i primi pezzi non avevano impiegato molto a entrare
subito nel gradimento del pubblico. Con questo stile a tratti
Country, a volte Gospel e con dei richiami al Blues, J.R. non aveva
faticato a imporsi nell'ingarbugliato circuito musicale dell'epoca.
Una
giovinezza difficile, segnata indelebilmente dalla morte del fratello
in una segheria, con il padre che lo accusava di questa scomparsa, la
scelta di arruolarsi in aeronautica che lo porterà a vivere per
quattro anni in Germania, è proprio in questi anni che si forma il
Cash artista. Perché lo stare in Europa lo porta a girarlo il
Vecchio Continente, e a confrontarsi con culture e stili differenti.
E al suo ritorno dopo il congedo l'unica cosa che vuole veramente è
fare musica. Ma la vita si sa non va subito dove vorresti, e così il
giovane Johnny di ritorno in America lo trova ad aspettarlo quella
Vivian Liberto che aveva conosciuto prima di arruolarsi e a cui si
era promesso sposo. Così con il matrimonio e la prima figlia, più
che alla musica Cash è costretto a pensare al sostentamento della
famiglia.
Siamo
nel 1954 e J.R. per sbancare il lunario trova lavoro come venditore
porta a porta, ma come si diceva è la musica l'unica cosa che vuole.
In questi anni conosce Marshall Grant (contrabbasso) e Luther
Perkins(chitarra), con cui inizia a suonare vecchi Gospel e i primi
materiali da lui composti.
La
gestazione non è neanche così lunga visto che nel 1955 si propone
alla Sun Records (la stessa casa discografica di Elvis), che
entusiasta del materiale ascoltato fa incidere a Johnny and The
Tennessee Two il primo singolo. E il successo non tarda ad arrivare.
Cry Cry Cry, Hey!Porter sono
i primi segnali di un'ascesa che non si fermerà presto. Ma è con
Folsom Prison Blues che
entra di diritto tra i grandi dell'epoca.
Siamo
nel 1956 e ormai sono due anni che la stella di Cash ha cominciato a
brillare, e ovviamente cominciano anche ad arrivare i problemi.
All'epoca tutti gli artisti di un certo nome erano costretti a
estenuanti tour in giro per gli States, a volte senza tornare a casa
per mesi. Insieme a Cash la stessa vita era sostenuta da Elvis, Jerry
Lee Lewis, Carl Perkins e tanti altri. Per Johnny iniziarono i
problemi con la moglie Vivian che lo accusava di non essere mai a
casa e dubitava della sua fedeltà viste le ragazzine che giravano
sempre intorno al marito (Cash rispose alla moglie con I
Walk The Line), e sommati ai
mesi interi in tournée,
una personalità fragile come quella di J.R. trovò la soluzione più
facile nelle anfetamine.
Ma il 1956 è anche l'anno in cui
fa la conoscenza con June Carter, una figura di primaria importanza
nella carriera di Johnny.
Trasferitosi in California a seguito di un contratto milionario con la Columbia, Johnny sfornava album con una velocità impressionante, mantenendo spesso una qualità altissima, ma con il passare degli anni i suoi testi e la sua musica erano sempre più influenzati dai suoi problemi e dalle sue dipendenze. È in questo periodo che nasce anche il nome di MAN IN BLACK, per questa sua abitudine di vestirsi sempre in nero.
Nel 1961 arriva il primo arresto per ubriachezza molesta, un altro più pesante arriva nel 1965 a El Paso per aver introdotto droga negli USA e averla nascosta in una chitarra. È del Giugno 1966 la richiesta di divorzio da parte della moglie Vivian ed è del Novembre 1967 l'ennesimo arresto per possesso di stupefacenti.
Intanto dal 1962 Johnny aveva avviato una collaborazione artistica con June Carter. E fin da subito si inizia a spargere la voce di una relazione tra i due. Voce che i due prontamente smentivano, essendo entrambi sposati e con prole al seguito. Ma tra i due la passione esplode e non si tratta solo di un capriccio da star di Johnny, June è l'unica persona in grado di tenerlo legato alla realtà, l'unica che sa come trattarlo e come stargli affianco in ogni momento. Ed è sempre lei la sola che riesce a farlo smettere una volta per tutte con le droghe.
Siamo nel Gennaio del 1968, il 3 per l'esattezza che il divorzio con Vivian è ufficiale. E Johnny sembra finalmente pulito. È così che si presenta il 13 Gennaio sul palco nella prigione di Folsom per registrare un disco live. Introdotto da un laconico “Hello, I'm Johnny Cash” parte una cavalcata all'interno di quelle sbarre che legano i prigionieri di quel carcere, ma legavano anche lo stesso Cash. Il risultato di quel concerto sarà uno dei dischi dal vivo più belli di sempre, che ridà a Johnny tutto quello che aveva perso negli anni. La rinascita è quasi conclusa. Ma non è una rinascita artistica, perché l'artista non si era mai fermato, è una rinascita soprattutto umana. Una rinascita che si conclude il 22 Febbraio sul palco di London in Canada, quando chiede a June di diventare sua moglie, e ovviamente lei accetta. Da quel momento non si lasceranno mai più.
Una ritrovata serenità porta Johnny a rilanciarsi alla grande anche dal punto di vista musicale. Replica il successo del Live At Folsom Prison con un altro live in un carcere, questa volta a San Quentin. E per i successivi dieci anni sarà un successo dopo l'altro a segnare la sua carriera. Dischi meravigliosi accompagnati da uno show televisivo, “The Johnny Cash Show”, con affianco sempre l'amata June. Trova anche il tempo per collaborare con altri artisti (Bob Dylan su tutti) e per formare un supergruppo country, gli Highwaymen (Cash, Willie Nelson, Waylon Jennings e Kris Kristofferson).
Poi però arrivarono gli anni '80. Johnny era sulla cresta dell'onda ormai da quasi trent'anni. I gusti musicali cambiarono e a farne le spese fu Cash più degli altri. E gradualmente l'attività di Johnny va scemando fino a quasi sparire dalla circolazione. Ovviamente continuava ad esibirsi e a registrare dischi, ma non aveva più il gradimento di una volta. Sembra essere una cosa naturale dopo tanti anni sulla breccia non avere più l'ispirazione di una volta.
Ma per chi è già rinato come uomo, non risulta difficile rinascere anche come artista. E così arriva l'8 Febbraio del 1993. Johnny come al solito è in tournée e questa volta fa tappa in Irlanda, a Dublino per l'esattezza. A fine concerto viene avvicinato da un cantante irlandese, tale Bono che lo invita a registrare con il suo gruppo un brano per il nuovo disco Zooropa. Il disco sarà uno dei più grandi successi della band di Dublino e l'ultima traccia The Preacher con la voce di Johnny Cash diviene un cult assoluto. Tornato negli USA viene contattato dal produttore Rick Rubin che gli propone la registrazione di un disco, solo voce e chitarra. E così nasce nel salotto della casa di Rick Rubin un connubio tra un cantante Country e un produttore dedito più che altro all'Hard Rock. Da queste registrazioni nascono gli ultimi dischi di Cash che racchiudono vecchi successi suoi, classici e cover anche inaspettate. La scelta delle cover poteva essere folle se pensiamo che sono state proposte canzoni come One (U2), Redemption Song (Bob Marley), Hurt (Nine Inch Nails) e tante altre. Una serie di successi uno dopo l'altro che portano anche il pubblico più giovane a riscoprire un'artista meraviglioso come il Man In Black.
Purtroppo però anche le più belle storie hanno una fine e la nostra si conclude nel 2003. Il 15 Maggio muore June. Johnny e June erano stati per quarant'anni una cosa sola, un pensiero unico. E di conseguenza Johnny non poteva fare altro che seguirla. Resiste neanche tre mesi prima di raggiungerla. Ma fortunatamente ci hanno lasciato entrambi un'eredità immensa, non solo a livello musicale, ma anche umano, dimostrando che l'amore probabilmente è più forte di tutto.
Johnny Cash - The Man In Black
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