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Recensione Dream Theater - Dream Theater Album

Ventiquattro sono gli anni ormai passati dal primo disco della band americana, con undici album in studio all'attivo, e alle porte l'uscita del dodicesimo. Che oltretutto è il secondo dopo la dipartita, artisticamente parlando, dello storico batterista Mike Portnoy, che arriva a due anni di distanza dal precedente A Dramatic Turn Of Events.



E se nel precedente disco già dal titolo e la copertina si voleva indicare il momento “in bilico” che la band stava vivendo, già dalla scelta del titolo del nuovo lavoro indica un diverso stato d'animo da parte della band di Petrucci, Myung e soci. Dream Theater sta a significare un ritrovato spirito di unione e di intenti da parte dei cinque musicisti, che decidono di mettere il bene del gruppo rispetto ai propositi personali.
Se la musica fosse solo una questione tecnica, i Dream Theater avrebbero pochi rivali al Mondo, sia ora che nel passato. Ma la musica è fatta anche di altro, e le accuse che venivano mosse più spesso alla band di Boston, erano proprio riguardanti altri aspetti, il che li ha resi tra le band più discusse degli ultimi venti anni. Difatti dopo alcuni capolavori iniziali, Images & Words su tutti, i lavori successivi hanno sempre spaccato il pubblico, tra fans adoranti e haters feroci. Questo nuovo lavoro parte con l'obiettivo di conciliare entrambi i lati della platea.



La critica sempre maggiormente mossa è riguardante l'aspetto tecnico dei loro dischi. Troppo concentrati sulla tecnica singola di ognuno di loro, per lasciare da parte la melodia e l'intensità emotiva che la musica dovrebbe suscitare. La verità è che ci troviamo davanti a quattro virtuosi dei rispettivi strumenti, che non sempre hanno riuscito ad amalgamare alla perfezione la grandezza di ogni singolo interprete.
Ma già dai singoli di questo disco, The Enemy Inside e Along For The Ride, si notava una minore concentrazione sul virtuosismo, in cerca di una maggiore coesione tra tutti gli elementi. E probabilmente si è cercato quello in questo album. Pezzi più brevi, meno iniziative personali, ma una maggiore coesione nel complesso. E il risultato migliore è quella Surrender To Reason che unisce alla perfezione il cantato quasi sofferto di LaBrie con la forza dei riff di Petrucci, come non accadeva da un po'.
Ma ovviamente se nasci tondo non muori quadrato, quindi ogni tanto fa capolino quel passato non sempre apprezzato da tutti, in cui i nostri si lasciano andare a qualche spunto personale un po' fuori contesto. Così come non mancano alcuni capisaldi della band che si ritrovano in tutti i loro dischi. Ci sono due brani strumentali, False Awakening Suite e Enigma Machine, così come non manca la lunghissima suite, Illumination Theory di 22 minuti, che da sempre è presente in ogni lavoro della band. 
Quindi un disco forse più semplice rispetto al passato, ma che dopo parecchi ascolti farà emergere una complessità di fondo che forse viene inizialmente un po' nascosta da questa nuova via presa dai Dream Theater. 



Di sicuro il miglior lavoro della band di Petrucci dai tempi di Train Of Thought ( 2003 ), quindi da dieci anni a questa parte, che riesce nel difficile compito di unire una tecnica spaventosa con una melodia che può giungere tranquillamente a tutti, anche a chi li ha aspramente criticati nel corso degli ultimi anni di carriera. Un lavoro molto più omogeneo rispetto agli ultimi dischi che permetterà a tanti fans del Metal di apprezzare questo lavoro.


Tracklist :



1. FALSE AWAKENING SUITE
2. THE ENEMY INSIDE
3. THE LOOKING GLASS
4. ENIGMA MACHINE
5. THE BIGGER PICTURE
6. BEHIND THE VEIL
7. SURRENDER TO REASON
8. ALONG FOR THE RIDE
9. ILLUMINATION THEORY






Recensione Dream Theater - Dream Theater Album Recensione Dream Theater - Dream Theater Album Reviewed by Unknown on 20:37 Rating: 5

5 commenti

  1. Con grande rammarico, da grande fan di Portnoy, devo ammettere che questo è un gran bel lavoro.
    Nicola B.

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  2. Con grande rammarico mio, da fan di Portnoy ma non da fan dei Dream Theater, devo confermare che è un gran bel disco.

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  3. perché trovare sempre qualcosa di negativo anche quando non c'e'....questo è l'ennesimo capolavoro della band migliore del mondo dei giorni nostri...guardatevi in giro.....

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  4. Che sia una delle band migliori del mondo c'è poco da ridire, così come che questo sia un ottimo disco. A livello personale non avevo apprezzato molto gli ultimi lavori, ma fortunatamente sono tornati a fare un lavoro al loro livello.

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  5. Non credo si tratti di "trovare qualcosa di negativo", ma semplicemente che le aspettative nei loro lavori sono sempre alte.

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