Recensione Pink Floyd - The Endless River

Ed
è proprio il chitarrista del band britannica a dominare la scena,
con Mason a
fare da supporto in questa rivisitazione di vecchi pezzi mai
pubblicati. Si risente, con piacere, anche il defunto Wright
alle
tastiere con registrazioni vecchie di decenni. Ma è proprio il
grande assente quello di cui si sente la mancanza. Come gli ultimi
due lavori ( A Momentary Lapse of Reason e
The Division Bell)
viene a mancare il genio, quello che erano stati prima Barrett
poi
Waters.
Il
disco è tecnicamente impeccabile, eseguito alla perfezione, ma manca
lo spunto decisivo. Ci si perde ad ascoltarlo, le atmosfere fanno
tornare la mente a anni ormai passati. L'essere totalmente
strumentale, fatta eccezione per il singolo Louder Than
Words, rende l'esperimento
ancora più a pannaggio di Gilmour
che giostra a piacimento
i tempi del disco, dote in cui è sempre stato artista superbo.
Per
chi vi scrive questo era il disco più atteso dell'anno. Forse del
decennio. E il risultato non mi ha deluso più di tanto. Si torna
agli ultimi anni della band, probabilmente non i migliori, ma che
comunque offrivano comunque picchi di assoluta grandezza. Ma resta
sempre un funerale, quindi si arriva a fine disco con la
consapevolezza che sarà l'ultima puntata di una grandissima storia.
Recensione Pink Floyd - The Endless River
Reviewed by Unknown
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20:50
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