Recensione La Terza Guerra Mondiale - The Zen Circus
Gli Zen Circus
sono diventati grandi. Fa strano dirlo per una band alle porte dei
vent'anni di carriera e con nove dischi sulle spalle. Ma hanno ormai
raggiunto una maturità artistica che fino al disco precedente andava
e veniva. Una maturità che gli consente di suonare i dieci brani con
solo chitarra, basso e batteria, tale e quale a come lo sentiremo dal
vivo. Senza per questo aumentare la complessità del loro lavoro. Ma soprattutto inserendo nel disco dieci brani che sono potenzialmente dieci singoli per la loro forza.
La
capacità degli Zen Circus di
mettere in musica situazioni di tutti i giorni è da sempre il loro
punto di forza, cantando delle nostre debolezze e bruttezze, mettendo
in mostra l'enorme capacità cantautoriale di Appino che
negli ultimi anni sta uscendo fuori in tutta la sua potenza. Senza per
questo lasciare da parte la loro anima divisa tra punk, busker e rock
alternativo, che ha fatto la loro fortuna in questi anni.
La Terza Guerra Mondiale,
come vanno dicendo fonti ben più autorevoli, è già iniziata. E lo è anche
per gli Zen Circus. É una guerra fatta di ignoranza e mancanza di
cultura, un conflitto in cui quelli che erano
Qualunquisti
ora sono diventati populisti (Zingara
– Il Cattivista), dove
le “Piazze fanno
la rivoluzione solo quando sono vuote” (Ilenia),
in cui la vita di provincia fa schifo (Pisa
Merda)
ed è lo specchio di come si vive nel nostro paese. Un paese dove le
relazioni umane sono scomparse (La
Terza Guerra Mondiale). Una
guerra sulle cui macerie camminiamo ogni momento delle nostre vite.
Una guerra che ha portato gli Zen
ha cantare di una disillusione mai così palpabile come in questo
disco. Una guerra soprattutto con noi stessi, come cantano nella
splendida L'anima
non conta.
Un brano “strano” per gli standard dei tre toscani,
dichiaratamente pop ma che non perde l'anima degli Zen
Circus e che
la rende subito riconoscibile a chi li segue. Ma
gli Zen tengono
anche a rassicurarci che Andrà
tutto bene
in un finale che esplode in un brano di dieci minuti, assoluta rarità
nella produzione della band.
Quelli bravi direbbero che siamo davanti a un disco solido, quadrato e maturo. Io mi fermo alla maturità ormai raggiunta dalla band, che con questo disco ricorda a chi lo dimentica troppo facilmente che nella scena indipendente italiana, gli Zen Circus sono ancora tra i primi della pista.
Recensione La Terza Guerra Mondiale - The Zen Circus
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