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Gli Inguardabili - Recensione The Day After Tomorrow

Il problema delle mutazioni climatiche è un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti. Di certo è nel cuore di Roland Emmerich regista di The Day After Tomorrow. Ma ben più a cuore a Emmerich sta la distruzione del nostro pianeta, visto che in ogni suo film prova a farlo finire, ogni volta in maniera diversa. Independence Day, Godzilla, 2012, Independence Day: Resurgence. Tra alieni, Kaiju e catastrofi naturali il buon Roland prova ogni volta a portare a termine il nostro pianeta. Se aggiungiamo a questi anche Il Patriota, 10000AC e White House Down capiamo che Emmerich porterà tanto di quel materiale a questa rubrica come nessun altro in questo mondo.
Siamo nel 2004, il protocollo di Kyoto è stato già sottoscritto da sette anni ma a nessuno sembra importare, visto che l'unico studioso al mondo ad interessarsi (e ad accorgersi) di una catastrofe imminente è Dennis “Mascellone” Quaid. Che già dalla prima scena fornisce prova delle sue grandi doti scientifiche battendo il record del mondo di salto in lungo mentre l'Artico si divide a metà. Si, l'Artico si divide a metà, così senza preavvisi. Ah e Dennis Quaid e i suoi colleghi lo stavano monitorando. Un lavoro veramente ben fatto.
Ma Dennis “Mascellone” nostro prova a mettere in guardia i potenti del mondo, dicendo come una possibile nuova glaciazione si possa verificare tra cento o mille anni. Peccato che la situazioni precipiti nell'arco di settantadue ore...Uno scienziato di cui fidarsi, non c'è più alcun dubbio.
Da grande scienziato qual è però, durante la devastazione mondiale che lui aveva predetto, abbandona tutto per andare a salvare il figlio a New York. A piedi. Durante la glaciazione. Facendo circa cento miglia a piedi in due giorni. Ok.

"Lei è uno scienziato"
"Chi?Io?"
Il film vorrebbe portare un messaggio politico (totalmente giusto) solo che per farlo si rivolge a una serie di cliché che ormai non fanno neanche più ridere. Ci troviamo quindi davanti a un fenomeno devastante ma di cui prima era a conoscenza una sola persona al mondo, a politici totalmente idioti, poliziotti incapaci che portano a morire centinaia di persone, nazioni cattive ed ad altre che possono anche congelare, tanto sti cazzi, siamo gli USA e se la Russia sparisce, meglio.
Perché si, perché quando l'unica speranza di salvezza per milioni di persone è andare in Messico, loro, i messicani cattivi, chiudono le frontiere per poi riaprirle a fronte della cancellazione del debito di tutta l'America Latina. Cattivi e avidi.
Ma in fondo chissene frega della devastazione globale quando c'è da salvare il figliolo rincoglionito di Dennis Quaid? Un Jake Gyllenhaal che non capisce neanche lui come è finito su quel set.
E visto che ci siamo assegnamo il premio all'attore che non c'entra nulla col resto. Per The Day After Tomorrow il vincitore è....Ian Holm. Perché Shakespeare per cinquant'anni è bello ma i dollari dei disaster movie a un certo punto servono.

Ma in fin dei conti il termine ultimo di Emmerich era distruggere la Terra anche in questo film, e in buona parte ci riesce. Riesce a mettere cicloni, ghiaccio, onde anomale, tornado a Los Angeles cattivi come la peste che si uniscono tra loro per fare ancora più danni, lupi scappati dallo zoo che provano a mangiare persone a -100° C. Ma soprattutto fa ripetere centinaia di volte ai suoi personaggi che a quelle temperature chiunque sarebbe ibernato all'istante, tranne però Dennis Quaid e figlio che possono uscire all'aperto anche a volto scoperto e stare fuori minuti interi senza problemi, neanche uno starnuto. E poi combustibile degli elicotteri che ghiaccia in tempo zero ma Mascellone può accendere il gas in cucina e tenerlo acceso per ore perché quello non gela. Stato di allerta mondiale e le immagini satellitare vengono viste dopo ore dagli avvenimenti. Una serie di scene totalmente senza senso.
E ancora, New York nell'occhio del ciclone, temperature che si abbasano di 10° al secondo, tutto che si congela all'istante ma il fuocherello fatto coi libri in biblioteca blocca l'Era Glaciale. A saperlo prima bastava una brace per salvare tutti. Se non fosse un film “serio” potrebbe essere tranquillamente la parodia di tutti i disaster movie già visti.

Facciamo due braciole?
La cosa che però mi ha inquietato di più è stato il fatto che la nuova Era Glaciale inizia e finisce nell'arco di cinque giorni. Si, cinque giorni. Informandomi un poco ho scoperto che una qualsiasi Era Glaciale dura centinaia/migliaia di anni. In The Day After Tomorrow dopo cinque giorni torna il sole e loro escono tranquillamente, con il sorrisone di Dennis Quaid a rassicurare tutti. Perché in fondo dai, pensate che se uno così può esser preso per il ruolo di uno scienziato, la glaciazione non è poi così una brutta cosa.
Gli Inguardabili - Recensione The Day After Tomorrow Gli Inguardabili - Recensione The Day After Tomorrow Reviewed by Unknown on 16:25 Rating: 5

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