Recensione U2 - Songs Of Innocence

Togliamoci
subito il dente. Questo nuovo lavoro non si discosta molto dal
livello dei due precedenti album, How to
Dismantle an Atomic Bomb e
No Line on the Horizon,
che avevano mostrato un declino sempre più marcato a livello
compositivo. Il tocco magico che si era esaurito con Zooropa
non è stato di colpo ritrovato. E ci troviamo davanti a un disco più
intimo rispetto al passato, ma che va a pescare nella parte peggiore
della discografia degli U2.
La
strenua ricerca del pezzo da classifica ha prodotto un appiattimento
generale del disco, portandolo a essere una semplice riproposizione
di cose già sentite negli ultimi tempi, sia proposte da Bono
e soci, sia proposti in
generale dal pop-rock mainstream di un certo tipo. In molti casi si
fa anche fatica a distinguere un brano dall'altro, situazione in cui
ogni brano sembra essere la ripetizione del precedente e così via.
Unica nota di merito a Raised By Wolves che
ritorna si al passato, ma a quello glorioso dei primi lavori,
lasciando ancor di più l'amaro in bocca per quello che potrebbe
essere e invece non è.
Ci
sono tantissimi gruppi ormai “storici” che hanno raggiunto la
consapevolezza del loro status, e sopravvivono grazie al loro passato
senza andare a cercare nuovi consensi, ma non rischiando neanche
cadute di stile. Gli U2
non sono ancora giunti a questo livello e si fa fatica a difenderli
dopo l'ennesimo lavoro non all'altezza della loro grandezza.
Purtroppo per chi, come me, considera i lavori degli anni '80 degli
U2 dei
pezzi di storia è difficile vederli e sentirli così.
Recensione U2 - Songs Of Innocence
Reviewed by Unknown
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